Show, film, reality: l’abbondanza di contenuti ci rende bulimici. Per il timore di perdere qualcosa, finiamo per non gustare nulla

Televisione pubblica, privata, pay tv, on demand, web, smartphone. Come sono lontani i tempi in cui ci si trovava in un bar o a casa dell’amico o parente che aveva la televisione, non solo per guardare l’unico canale disponibile, ma anche per condividere un’esperienza e quindi passare una serata in compagnia discutendo di qualunque cosa, che fosse inerente al programma in onda o no.

Oggi, la vastità dell’offerta è talmente ampia che la televisione divide i telespettatori invece che unirli. Regna un silenzio surreale quando si cerca di guardare un programma televisivo in famiglia. Me ne sono accorto giusto ieri sera: ho osato fare un commento sul programma che stavo guardando insieme ai miei genitori e ai 4 fratelli e nessuno ha proferito risposta. Mi sono girato cercando di capire come mai e la scena è stata emblematica: due guardavano video sui social, uno messaggiava e teneva un occhio alla tv, l’altro era andato al pc a vedere la sua serie preferita tramite un sito on demand e l’altro si era addormentato. È un caso che fossi io la “vittima” perché spesso mi ritrovo con la tv accesa, ma con la concentrazione sullo smartphone, ma non è un caso che quella sera ognuno facesse altro guardando la “televisione” di oggi. Praticamente succede così tutte le sere.

L’offerta vastissima che abbiamo a disposizione ci rende bulimici: divoriamo programmi, serie tv, film, radiovisioni, eventi sportivi, talent show senza però apprezzarne fino in fondo il contenuto e finendo per rimanerne nauseati. La possibilità di guardare il proprio programma preferito come e quando si vuole – in tv, sul pc, sullo smartphone – fa perdere il momento dell’attesa, ci porta a guardare a raffica una serie lunghissima di episodi che altro non fanno che provocare isteria capace di lasciare solo un retrogusto amaro, invece che dolce. E se non si tratta di serie tv, ma di film o di eventi sportivi c’è un altro aspetto che rovina tutto perché porta a bruciare i tempi: la possibilità di registrare comodamente ogni programma. Occasione sacra per gli amanti della televisione perché in questo modo non ci si perde nulla. Il guaio è che, una volta che si attacca la registrazione, si vuole a tutti i costi accelerare per vedere come finisce il film, o come va a finire la partita di calcio, finendo per perdersi anche quei momenti vuoti che sono un po’ “il bello della diretta”. Si accelera anche perché subito dopo inizia un altro programma, un’altra partita, un altro evento, che non lo si può perdere non sempre per il gusto di guardarlo, ma qualche volta solo per il gusto di dire di essere stato davanti alla tv in quel momento.

Il problema, dicevamo, sta nell’offerta gigantesca di appuntamenti che provoca anche una sorta di vuoto dentro di noi. Succede con i programmi tv, ma succede da qualche tempo anche quando si va a fare shopping: si parte con l’entusiasmo di avere a disposizione tutto ciò che si desidera ma si finisce per tornare a casa a mani vuote “perché c’era così tanta scelta, che non ho trovato niente che mi piacesse”. La bellezza di poter decidere in prima persona come, cosa, quando e dove guardare qualcosa in tv è straordinaria ma è altrettanto straordinaria la capacità di cui dobbiamo dotarci di saper creare e gestire il nostro palinsesto, soprattutto senza perdere il gusto di guardare la televisione come passatempo divertente o formativo.  Un passatempo che deve tornare a unire invece che dividere, a far parlare invece che a creare silenzi.