Un profeta arcigno, una donna sconosciuta, un bambino. L’umanità sconosciuta dell’Avvento e del Natale

Si sta andando verso il Natale. I racconti liturgici di questi giorni sono popolati di personaggi stranamente e straordinariamente marginali: un profeta severo e arcigno che fugge nel deserto: il Battista;  una ragazzina giovanissima, Maria e, poi, a Natale, un Bambino.

Maria diventa personaggio centrale già a cominciare con la festa dell’8 dicembre dove le viene attribuito un titolo misteriosamente solenne: Immacolata concezione. Quel titolo dice in sintesi una verità di fede. Maria non ha conosciuto il male profondo che corrode l’umanità, fin dagli inizi, quello che chiamiamo “peccato originale”, il male che esiste prima di noi e oltre noi, più grande di noi.

La festa dell’Immacolata richiama, con suo perfetto pendant, la festa dell’Assunta. L’immacolata sta agli inizi, l’Assunta alla fine. E sia gli inizi che la a fine sono segnati da due paradisi. La donna senza peccato è quella del paradiso terrestre, il paradiso degli inizi, descritto nelle prime pagine della bibbia. La donna che è issata in cielo è l’essere celeste che entra nel paradiso che sta alla fine della vicenda umana. Ma la donna del paradiso terrestre e del paradiso celeste è la stessa: è Maria di Nazaret. Così il grande sogno di una umanità diversa, senza male e senza violenza si condensa in questa donna, in questa madre: Maria, Immacolata concezione, assunta in cielo.

Mentre si parla di femminicidi, di violenze sulle donne, di donne vendute e svendute è singolare questa immagine di una donna così totalmente inattesa e nuova, donna da sogno che però abita in quel villaggio marginale e preciso: Nazaret. Ed è singolarmente affascinante il compito del racconto cristiano che si muove tra donne, bambini e profeti che gridano nel deserto. Come a dire: esiste una umanità nascosta, sconosciuta ai più che va scovata e difesa. Nessuno infatti penserebbe che l’umanità perfettamente realizzata si trova in una ragazza sconosciuta, di un villaggio sconosciuto, di un angolo sperduto del grande impero romano di duemila anni fa. Nessuno lo penserebbe. E invece.