Altro: i giovani raccontano la disabilità su un giornale di carta

Il tema della disabilità raccontato attraverso gli occhi dei giovani: questo il filo conduttore del nuovo numero di Altro – Giornale di carta , periodico culturale redatto interamente di ragazzi e ragazze della nostra città con una tiratura di 1.500 copie. La redazione è infatti composta da un gruppo affiatato di giovani tra i 16 e i 25 anni: Andrea Calini, Beatrice Marconi, Camilla Facchinetti, Domnita Prisacari, Francesco Marinoni, Francesco Piacenza, Giulio Bonandrini, Lorenzo Caldirola, Matteo Rizzi, Luca Blumer e Ludovica Sanseverino, senza dimenticare i tanti collaboratori che contribuiscono a rendere unico questo “giornale di carta”, progetto della cooperativa sociale Diagramma con la collaborazione della società cooperativa La Fenice, del sistema bibliotecario della Valle Seriana e il sostegno della Fondazione Comunità Bergamasca. Il numero di dicembre (edizione n.35) di questa pubblicazione, presentato nel pomeriggio di giovedì 14 dicembre all’ONP Bistrò di via Borgo Palazzo, è interamente dedicato al tema della disabilità ed è stato realizzato in collaborazione con “Gli eroi” di Namasté, ossia il gruppo di giovani (volontari ed educatori) della cooperativa omonima. Un’edizione preziosa, con 63 pagine ricche di approfondimenti, punti di vista inediti e riflessioni su un argomento certamente non facile da approcciare, come raccontano gli stessi ragazzi. “Inizialmente ci siamo trovati un po’ spiazzati: certo non eravamo del tutto estranei al tema, ma restava comunque una cosa lontana, che raramente avevamo toccato con mano e incontrato in prima persona- si legge nell’editoriale firmato da Francesco Marinoni- così, cogliendo l’occasione, ci siamo aperti a questo strano mondo: siamo stati accompagnati a visitare alcune delle strutture gestite dalla cooperativa, incontrando gli operatori e gli assistiti. Abbiamo conosciuto una realtà dura, difficile, a tratti quasi scostante. Eppure, nonostante questo, non abbiamo potuto fare a meno di sentirci accolti, in questo ambiente così altro da noi: ed ecco che alla prima impressione subentrano il calore, la bellezza e la vitalità dirompente di questi luoghi. Abbiamo provato a raccontarvi storie di Vita, una Vita diversa da quella a cui siamo abituati e che nasconde dietro di sé molto più di quanto rivela. Chi se lo sarebbe mai aspettato?“. Lasciarsi sorprendere dalle storie rientra pienamente nello spirito di “Altro – Giornale di carta”, come sottolinea chi in questo progetto ha creduto fin dall’inizio.“Il numero 0 risale al 2013 e l’obiettivo era andare a scovare storie che colpivano nel loro modo di raccontare storie con un punto di vista diverso da quello usuale- ha spiegato Alessandra Pozzi, della cooperativa La Fenice- un giornale redatto dai giovani per dare spazio al loro modo di vedere le cose del mondo: la nostra speranza è che questo giornale cominci a viaggiare da solo, con un’autonomia anche economica, compiendo un salto di qualità. La scelta di fare un giornale di carta è di per sé alternativa, una scommessa legata all’oggetto della scrittura. Questo numero monografico sulla disabilità, osservata da persone giovani, contiene materiale preziosissimo, anche perché si tratta di un argomento poco approfondito”. Il numero monografico sul tema della disabilità è stato dunque composto a quattro mani, da giovani redattori, volontari ed educatrici che hanno lavorato fianco a fianco per raccontare e descrivere un mondo spesso dimenticato. Giada Paris, 25 anni, educatrice della cooperativa Namasté, è una delle giovani che ha scritto uno degli articoli, intitolato “L’operatore”. “Ho scelto di mettere in luce un pezzo della vita quotidiana all’interno di un appartamento protetto, raccontando il momento del fine-turno, quando ho terminato di somministrare le terapie e aspetto il collega che mi deve dare il cambio”. Giada descrive tutto ciò che avviene intorno a lei in un momento di sospensione e di attesa, che la porta a riflettere su una casa che non è un albergo, bensì “una “casa altra”, dove, chi la abita, ha riposto un nuovo equilibrio, forse folle, che lo fa stare bene e lo fa sopravvivere in questo mondo fluido e sfuggente”.