Adolescenti senza sonno: colpa degli smartphone e del gaming

La notte è piccola per loro. Troppo piccolina… E quindi gli adolescenti dormono sempre meno. Il fenomeno non è nuovo, ma sta assumendo dimensioni preoccupanti. Negli States gli organismi sanitari hanno invitato gli esperti di adolescenza a evidenziare il problema e a considerare la deprivazione di sonno in adolescenza come una vera e propria emergenza sanitaria attuale. Il fenomeno, infatti, tende a essere sottovalutato.
I dati riferiscono che gli adolescenti di oggi tendono a dormire meno di 6 ore a notte.
L’Accademia Statunitense di Medicina del Sonno (American Academy of Sleep Medicine) afferma che tutti gli adolescenti tra i 13 ed i 18 anni dovrebbero dormire tra le 8 e le 10 ore per notte per garantirsi una condizione ottimale di benessere. Il sonno infatti mantiene un ruolo fondamentale nella plasticità neuronale.
La deprivazione di sonno causa deficit di attenzione e apprendimento. Inoltre pare che la carenza di sonno influenzi in modo negativo la capacità degli adolescenti di prendere decisioni e li esponga al rischio incidenti stradali, abuso di tabacco, alcol e sostanze psicotrope, ideazioni suicidarie e autolesioniste.
Ma quali sono le cause di questa crescente insonnia? Parzialmente possono essere attribuibili alla variazione del ritmo circadiano (sonno/veglia), tipico di questa età. Il rilascio della melatonina (ormone del sonno) nell’età adolescenziale subisce dei ritardi e quindi i ragazzi non accusano stanchezza fino a tarda sera. Difficile poi alzarsi il mattino seguente.
Alle cause fisiologiche, seguono le cosiddette cause ambientali come l’abuso dei dispositivi tecnologici e della rete. Qui alcuni dati sono ormai evidenti. Esiste una forte correlazione tra disturbi del sonno (quantità di sonno inadeguata, scarsa qualità del sonno e eccessiva sonnolenza diurna) e utilizzo di smartphone e social network soprattutto nelle ore serali. L’esposizione al gaming, inoltre, incide sullo sviluppo di specifiche aree cerebrali. Anche gli stress emotivi sono influenzati dalla tecnologia e dalla rete.
La tendenza a fare le ore piccole online ha un nome: si chiama “vamping”. E il terrore di restare disconnessi: “nomofobia”. Moderne psicopatologie che trovano collocazione nei manuali medici…
Ai ritmi di sonno degli adolescenti le università di Oxford e Harvard hanno dedicato uno studio recente, secondo il quale gli adolescenti non dovrebbero cominciare le lezioni prima delle dieci, per seguire i tempi del loro organismo. E in Gran Bretagna lo scorso anno è stata lanciata una sperimentazione di un inizio ritardato delle lezioni, per consentire ai ragazzi di svegliarsi più tardi.
Sono nati anche dei siti dedicati alla prevenzione dei disturbi del sonno come sleepeducation.org, che forniscono consigli pratici.
Infine sarebbe utile fare una riflessione sulla solitudine che incapsula come solido confine le stanze dei nostri adolescenti, in orari sia diurni che notturni. Nella società odierna si tende a prestare grande attenzione alla gravidanza e all’infanzia. Assistiamo, invece, a un ritiro sociale generalizzato nei confronti dell’età adolescenziale che spesso tende a essere “infantilizzata” nell’incapacità di trattarla in maniera opportuna e consapevole.