Santa Lucia, Natale e i regali. L’iphone e le scarpe da 500 euro. Proviamo a parlare di pedagogia del dono

Si è molto parlato, sia in occasione di Santa Lucia che del Natale, dei doni. Che si facciano i regali e li si riceva non è, dal mio punto di vista, un problema; nemmeno intendo qui fare riflessioni morali sul rischio, soprattutto a Natale, che i doni offuschino il Dono, l’Incarnazione del Figlio di Dio: il tema, importante, è già stato oggetto delle riflessioni di molti.

Un alunno delle elementari ha avuto un iPhone nuovo che costa più di 1.000 euro

Qui mi interessa tentare di proporre alcune considerazioni su alcuni episodi che mi sono capitati in questi giorni, sul tema del dono. Incontro un bambino degli ultimi anni delle elementari e pongo la classica domanda: “Cosa ti ha portato Santa Lucia?” “L’iPhone X!”, mi risponde mettendomi dinanzi agli occhi il telefono ancora lucidissimo. Non riesco a spiaccicare una parola, saluto, sorrido e proseguo il cammino. Pochi giorni dopo vedo un adolescente particolarmente impegnato nel mostrare agli amici le sue scarpe. Da inesperto, chiedo a un suo coetaneo cosa avessero quelle scarpe di tanto speciale, sentendomi rispondere: “ma don, non lo sai? Costano 500 euro! Sai, lui ha i soldi …”. Ora, premetto: gli iPhone piacciono anche a me e sono pienamente consapevole che, accanto a tanta povertà, ci sia anche tanta gente con possibilità economiche importanti. Non sta a me giudicare l’uso che ciascuno fa di quanto guadagna: l’adulto lavora e, giustamente, si gestisce.

Alcune doverose domande

Tuttavia, mi pongo alcune domande: qual è il senso di un telefono il cui prezzo base supera il migliaio di euro (quasi lo stipendio di un operaio) tra le mani di un ragazzino delle elementari? Comprendendo il fatto cha a un adolescente piaccia vestire bene e alla moda, quanto sono opportune scarpe ultracostose che magari dopo tre mesi sono già da cestinare?

Io credo su questo dovremmo fermarci a riflettere. Non possiamo limitarci a una risposta banale del tipo: “Lui voleva questo di regalo …”. Personalmente, ritengo che anche dietro i regali che si fanno debba esserci una riflessione educativa e l’esaudimento del desiderio a prescindere da una mediazione di tipo etico mi sembra alquanto problematico.

Non basta dire come educare i figli degli altri. Bisogna educare i propri

Quello che mi colpisce, poi, è il fatto che le persone che fanno queste scelte nel regalare oggetti di questo genere sono spesso le stesse persone che hanno mille osservazioni “psicopedagogiche” su come si devono educare i figli… altrui! Che, spesso, educare i ragazzi di altre famiglie sia più facile che prendersi cura di quelli che abitano sotto lo stesso tetto è cosa nota, tuttavia non credo si possano allargare le braccia in segno di resa: c’è una coerenza da trovare, per il bene, innanzitutto, dei nostri ragazzi.