Epifania. Il cielo segnala la terra

L’Epifania è una festa molto impegnativa, molto “teologica”. Matteo – è l’unico che racconta dei Magi, gli altri evangelisti ignorano l’evento – vuole dirci che quel Bambino nasce per tutti, anche per i lontani intellettuali venuti dall’Oriente.

L’Epifania del Vangelo è la nostra

Ma il racconto è talmente fascinoso che la fantasia l’ha ampiamente rielaborato. Il testo di Matteo dice semplicemente. “Alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme”. La tradizione, sia quella popolare, sia quella dell’arte, li ha fatti diventare re: i re magi. Poi si è deciso che sono tre, forse per il fatto che sempre Matteo dice che “aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra”. I tre doni offerti hanno fatto pensare che erano tre anche gli offerenti.

Una storia instanstancabilmete raccontata

Due annotazioni. Quella che si chiama “storia della salvezza” è, appunto, anzitutto, una storia. E ogni storia invita sempre non solo a essere raccontata, ma a dilatare indefinitamente il racconto. Il racconto del racconto del racconto… E non si finisce mai. Ci ricordiamo tutti la straordinaria intuizione di Mario Pomilio. Esiste un “quinto vangelo” che costruiamo noi. Così per l’Epifania. Non esiste solo l’Epifania di Matteo, ma anche la nostra.

La strana “segnaletica” del Natale

E poi, anche all’Epifania, continua la strana “segnaletica” celeste del Natale. L’abbiamo notato tante volte, ma lo dobbiamo notare ancora. Di solito, il credente biblico, quando parla di Dio alza lo sguardo verso il cielo. Sempre nel vangelo di Matteo, l’espressione “Regno di Dio” e “Regno del cielo” sono usanti indifferentemente, perché il credente biblico è convinto che Dio, l’inaccessibile, abita nel luogo più inaccessibile: il cielo, appunto.

A Natale invece si rovescia tutto: non è la terra e l’uomo che la abita che segnala il cielo, ma è il cielo che segnala la terra: gli angeli scendono sopra la grotta e la stella si ferma “sopra il luogo dove si trovava il bambino”.

Il cielo è sceso sulla terra

È lo stesso stile che troviamo nella festa del battesimo di Gesù: anche lì il cielo si apre sul fiume, sul Battista e su quel battezzato molto particolare e una voce che viene dall’alto proclama: “Tu sei mio Figlio, l’amato”.

È il suggestivo messaggio del Natale: Dio è proprio qui, tra noi, qui ha piantato la sua tenda, condivide la nostra storia. Il cielo è sceso sulla terra.