Le mamme di fronte alle domande (a raffica) dei bambini: ma non tutti i perché hanno una risposta

Sono due mesetti buoni che in casa mia è tutto un “Perché?!”. Per l’esattezza le domande sono due: “Che cosa è questo?” e “Perchè?!”. Fatte così, a raffica, una dopo l’altra. Nei contesti più assurdi e disparati. Alice ha deciso ufficialmente di sfinirmi. “Cosa è questo?”, “Un cucchiaio”. “E cosa è?!”. “In che senso Alice…è un cucchiaio e sai benissimo a cosa serve”. “Perchè?!”.

Ecco, mettetevi un attimo nei panni delle mamme che attraversano il fatidico periodo dei PERCHE’. Tu ci provi a restare lucida. Pensi che sì, se ti fa una domanda è perché sta crescendo e vuole scoprire, vuole sapere, è curiosa. Non puoi certo deluderla. Così ci provi, a risponderle. Con calma, convinta che in qualche modo soddisferai una sua esigenza.

Ma più ti addentri nella risposta e più ti assale l’infame sospetto che lei ti stia prendendo in giro. Possibile?! Sì, possibilissimo. Ti sta sfidando, vuole sondare i tuoi limiti, vuole vedere fino a dove puoi arrivare. Vuole portarti al crollo delle certezze. Perché al quinto “perchè” qualche dubbio sorge anche a te. Perché è verde? Perché a ogni colore è stato dato un nome. E quello è il verde. Perché se soffio vengono fuori le bolle di sapone? Perché se mischi acqua e detersivo nelle giuste quantità… Boh, sinceramente non lo so, arrivata a sera non so più niente. Tutto vacilla.

Pazzesco, il periodo dei “perchè”. Ti ricorda che tutto è relativo, che in effetti a molte cose non esiste spiegazione, che spesso la motivazione la inventiamo di sana pianta. E pensi che da ora in poi tutto si complicherà. Perché finché era piccola a tua figlia potevi anche dare risposte assurde, ma ora che diventa grande non se le berrà più. Ti guarderà di sbieco, ti riderà in faccia, pretenderà assoluta serietà. E tu non sempre sarai all’altezza del compito. Così via, tanto vale non bluffare. Tanto vale ammettere da subito la resa e cercare, quando serve, di trovarla insieme una spiegazione.

Già, perché una cosa mi è chiara già da tempo: questi bimbi sono davvero acuti. Non hanno esperienza, non hanno anni e anni di studi alle spalle ma possiedono in abbondanza l’istinto, la curiosità, la testardaggine di non mollare la presa. E in molti casi sanno trovare risposte assolutamente sensate. Ancor prima dei loro genitori.