I professori “ricicloni” e le sorprese inaspettate: ritratti semiseri per scacciare l’incubo della sessione invernale

Passato il clima di festeggiamenti del Capodanno, per ogni universitario arriva quel momento misto tra rassegnazione e sconforto nel quale realizzano che non ci sono più altre scuse ed è ora di iniziare a preoccuparsi per la sessione invernale.

Arrivata al terzo anno posso ormai esserne certa, la sessione invernale è la peggiore tra tutte le altre.

I motivi sono molteplici: il clima freddo che quest’anno ha portato tantissima neve che non scende sulle pagine dei libri, ma sulle cime delle montagne e come fai a non approfittarne? Così il buon proposito di non ridursi all’ultimo per preparare l’esame se ne va, spento dal pensiero di una bella sciata con gli amici.

Un altro grande ostacolo sono le feste, si perché facendo due conti la metà del tempo finisce tra: regali, cene con i parenti, tombole, panettoni e pandori e addio al sogno di gloria di prendere tutti 30.

L’ansia degli esami non passerà mai, che tu sia una matricola o vicina alla laurea, è una costante che torna insieme ai sensi di colpa mentre pensavi di spalmare beatamente la crema al mascarpone sulla fetta di pandoro.

Potrei continuare all’infinito parlandovi dell’ansia e la preoccupazione per gli esami e tutto ciò che ci ostacola dall’essere studenti modello, ma questa volta ho deciso di parlarvi dei professori. Sì perché dei professori non si parla mai, restano sempre in un alone di mistero che ricorda tanto la nebbia di Milano, dove pensi di poter scorgere qualcosa ed invece non vedi oltre il tuo naso.

Per cercare di far calare questa nebbia, ecco una lista dei professori che mi è capitato di incontrare durante i miei esami, per le matricole spero tanto che sia una guida e per tutti gli altri, un’occasione per stemperare la tensione.

IL PROFESSORE ALLA VIGILIA DI NATALE NEI CENTRI COMMERCIALI: Ho voluto iniziare da lui perché tutti almeno una volta nella vita siamo finiti nel girone infernale dei centri commerciali il 24 Dicembre.

Avete presente quella sensazione? E la promessa che l’anno prossimo non vi ridurrete all’ultimo minuto? Molto bene, prendetela e proiettatela su quel vostro professore che la mattina dell’esame si presenta a voi, prende la lista per l’appello e ancora prima di iniziare dice: “AH MA SIETE TROPPI, VEDIAMO CHI RIUSCIAMO A FARE”.

Una piccola frase e ti cambia tutto, da quel momento inizia la tua coda in attesa di essere interrogato, e mentre sei in fila pensi: “Mannaggia a me che ho aspettato, la prossima volta mi iscrivo per primo”.

IL PROFESSORE RICICLONE: Ammettetelo, tutti avete almeno riciclato un regalo, soprattutto se non gradito e se pensavate che i professori fossero esclusi da questa categoria vi sbagliate.

Il professore riciclone è un’arma a doppio taglio potentissima, perché se da un lato la sua poca creatività nel cambiare gli esami ti permette di possedere un database di domande da far invidia alL’FBI, dall’altro ti assale la vocina della tua coscienza che oltre a ricordarti di essere uno studente onesto ti rammenta che nella vita non sei sempre stato baciato dalla fortuna e che all’ultimo minuto potrebbe cambiarti le carte in tavola.

IL PROFESSORE UVETTA CHE SEMBRA UNA GOCCIA DI CIOCCOLATO: Devo ammettere che se da una parte adoro i canditi dall’altro ho sempre odiato l’uvetta, un grave problema della mia vita che mi ha fatto rinunciare ad una quantità industriale di dolci, ma l’affronto più grave che mi ha fatto l’uvetta è sempre stato quello di fingersi goccia di cioccolato.

Questa bruttissima esperienza mi è capitata con alcuni professori, quelli che per tutto il corso si dimostrano disponibili, ripetono continuamente che il loro esame sarà facile, che bastano le slides e le dispense, ma poi ti arriva l’esame e lì boom, ti trovi la domanda che ti chiede quella nota a piè di pagina dell’introduzione di quel libro che nemmeno avevi considerato tanto importante.

Cosa puoi fare in quel momento? Nulla, mandi giù il boccone, una preghiera e controlli la data del prossimo appello.

IL PROFESSORE REGALO INASPETTATO: Si dai il Natale è appena passato non posso essere così perfida con tutti, mi sono capitati dei professori che erano davvero regali inaspettati.

Sembravano scorbutici scontrosi e capaci di esami impossibili, invece sono quelli che meglio degli altri comprendono tutti i tuoi sacrifici in favore dello studio di una materia che potrebbe non essere nelle tue corde, i professori a cui vorresti ergere una statua perché ti aspettavi di ripetere a vita il suo esame, ma invece è proprio quello ad alzarti la media.

L’AIUTANTE DI BABBO NATALE: Non si può parlare di professori senza menzionare i loro poveri assistenti, quei piccoli elfi che corrono a destra e sinistra pur di accontentare il loro Babbo Natale.

Nella mia carriera non ho mai incontrato assistenti tremendi, anzi moltissime volte sono stati il mio salvagente attraverso suggerimenti subliminali, l’asso nella manica della domanda sull’argomento a piacere ma soprattutto l’empatia.

Un assistente sa chi sei, non solo perché a volte si ricordano di te soprattutto per quanto riguarda le attività di laboratorio, ma perché si ricorda cosa vuol dire stare dall’altra parte, rinunciare alle sciate e avere il pensiero fisso degli esami mentre scarti i regali.

Mi appresto a vivere quella che spero sarà la mia ultima sessione invernale, una bella sessione perché avrò solo un esame da dare, ma spero davvero che queste parole possano aver aiutato strappando un sorriso a quelle persone che vivono questo momento come un periodo stressante e angosciante.

Vi auguro il meglio per questo nuovo anno, da universitaria posso assicurarvelo, un diciotto sarà sempre meglio di un diciassette.