Scanzorosciate, i ragazzi cresciuti all’oratorio hanno una marcia in più: una storia fatta di impegno

Pierangelo Signorelli in parrocchia si occupa di registrazioni e di archivi: “Mi considero un tuttofare – osserva con un sorriso – cerco di rispondere alle necessità del momento, in particolare da quando si è ammalato il nostro parroco don Pietro Rondalli, che è stato per tutti una figura di riferimento molto preziosa. Sono originario di Scanzorosciate e sono cresciuto all’oratorio. Anche da adulto ho continuato a dare il mio contributo alla comunità. Mi sono impegnato anche a livello politico e nel volontariato, è stata una scelta quasi obbligata per me, un modo per restare fedele ai valori in cui credo”.

Pierangelo ripercorre volentieri un po’ di storia della parrocchia a partire dalla sua esperienza personale: “Quando è stato fondato l’oratorio di Scanzo c’era un gruppo forte di giovani che si davano da fare e rappresentavano un modello positivo anche a livello diocesano, perché anticipavano i tempi svolgendo moltissime attività: il giornalino, il cineforum, il teatro, la biblioteca interna perché ancora non c’era quella comunale. Credo che i ragazzi di oggi stiano continuando con la stessa energia e lo stesso impegno. Mi è capitato di passare del tempo con loro, sono davvero in gamba. Speriamo che da adulti possano diventare parte attiva della comunità, gli esempi ci sono: molti di noi ex-ragazzi dell’oratorio poi sono impegnati anche nell’amministrazione del paese”.

Anche nell’unità pastorale di Scanzorosciate si avverte il calo della partecipazione alle Messe e in generale alle attività delle parrocchie: “Ci troviamo alla periferia della città – sottolinea Pierangelo Signorelli, membro dell’équipe pastorale, addetto alle registrazioni e agli archivi a Scanzo – ci sono tante famiglie che arrivano da fuori ma convergono sul capoluogo per studiare e lavorare. Alcune si sono integrate nella vita del paese, altre però restano ai margini, e non è facile coinvolgerle. Ci impegniamo al massimo per essere propositivi, per avvicinarle. La mia impressione, comunque, è che le persone che vanno oggi a Messa siano più convinte e impegnate, e non lo facciano solo per adempiere a una specie di obbligo formale come capitava più spesso in passato”. La costituzione dell’unità pastorale ha portato più movimento, ha costretto tutti a rimettersi in gioco: “Il lavoro dell’équipe pastorale – sottolinea Pierangelo – è molto interessante e costruttivo. Certo non è sempre facile cambiare schemi di comportamento e superare abitudini consolidate. A volte bisogna smussare gli spigoli, sapendo che costruire un’unità tra soggetti così diversi, con una lunga storia alle spalle, è un cammino e non ci si può aspettare che per tutti sia facile entrare nell’ottica”. A dare il buon esempio sono stati i giovani: il primo progetto interparrocchiale, infatti, è stato quello degli “Oratori Scanzorosciate Insieme”, meglio conosciuto come “Orsi”. “È bello vedere che ci sono tanti giovani che si danno da fare – osserva Pierangelo -. Sono svegli e sanno cogliere le innovazioni, rappresentano la nostra speranza per il futuro”.

Foto di ©Gian Vittorio Frau