La presentazione di un “Dizionarietto di greco”, nell’aula magna del Liceo Classico Sarpi, può sembrare un evento riservato a pochi studenti. Ma il libro, edito da Els La Scuola e scritto da Paolo Cesaretti e Edi Minguzzi (docenti rispettivamente all’Università di Bergamo e di Milano) ha un sottotitolo che illumina: “Le parole dei nostri pensieri”.
Nell’ora e mezza di conferenza stampa, e sfogliando le pagine dell’opera, si vede che il greco oggi è molto più presente di quanto si possa pensare, nella vita di milioni di persone… Sapevate che, mentre sperate in un’ “utopia”, parlate di “cibernetica” o leggete di “crisi economica” in realtà state usando parole costruite dal greco?
È così, e questo serve agli autori per dimostrare che la lingua e il liceo dove la si insegna non sono per niente antiquati, o peggio ancora, morti, come ogni tanto si sente dire.
Al contrario, quando il liceo classico è stato istituito (nel 1859, con la legge Casati approvata dalla monarchia sabauda), la scelta di inserire la lingua greca nei programmi è stata fortemente innovativa, quasi trasgressiva.
Il latino veniva già studiato da secoli, invece il greco fu un’assoluta novità e fu scelto per due motivi: l’alto valore civile che gli era riconosciuto e la capacità di affinare il metodo di studio.
E qui arriviamo alla questione dell’attualità del liceo classico: ha ancora senso? Certamente, rispondono gli autori, se è vero che la “cultura classica”, nei secoli ha resistito a tanti tentativi di critica (anche forte, come nel caso dei futuristi), rimanendo fedele al suo significato di eccellenza in tutti i campi.
«Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire» ha scritto Italo Calvino, e questo concetto continua a essere vero e a rinnovarsi nel presente e nel futuro. Non a caso, per fare un esempio, la partita tra Real Madrid e Barcellona – forse le migliori squadre di calcio del mondo – viene soprannominata “El Clasico”: è un appuntamento che si ripete, per fortuna degli appassionati, ogni volta che ce n’è l’occasione.
In questo dizionario ogni parola viene analizzata in modo puntuale, con l’etimologia e la spiegazione del significato, anche attraverso le citazioni letterarie. Chi ha studiato greco potrà leggerle “in originale”, ma per tutti è possibile, attraverso la translitterazione, avere almeno un’idea del suo suono.
Dietro ogni termine c’è una visione del mondo, un’identità utile anche oggi per comprendere meglio la nostra cultura e difenderla, se necessario. E qualche scoperta divertente: ogni volta che l’uomo si è trovato di fronte a qualcosa di assolutamente nuovo, le “parole per dirlo” derivano dal greco. Così l’uomo nello spazio è un “cosmonauta” e una parte dell’informatica è la “cibernetica”. Con una chicca finale: anche l’Atalanta, la squadra della città, come si sa deve il suo nome a una figura mitologica.