Meno bottiglie: consumare acqua corrente fa risparmiare alle famiglie europee 600 milioni di euro all’anno

Commissione Ue: nuova normativa sui servizi idrici. “Meno bottiglie, bere acqua del rubinetto”. “Ridurre il consumo di acqua in bottiglia può aiutare le famiglie in Europa a risparmiare più di 600 milioni di euro l’anno”. Inoltre, “grazie a una maggiore fiducia nell’acqua di rubinetto, i cittadini possono contribuire a ridurre i rifiuti di plastica provenienti dalle acque in bottiglia, compresi i rifiuti marini. Le bottiglie di plastica sono infatti uno dei più comuni prodotti in plastica monouso rinvenuti sulle spiagge europee”. Lo afferma la Commissione Ue nel presentare la revisione della normativa comunitaria sull’accesso all’acqua potabile. Un intervento che prende le mosse dall’Iniziativa dei cittadini “Right2Water”, sostenuta da 1,6 milioni di firme, che chiede la disponibilità di acqua potabile sicura e in ogni angolo dell’Ue. Tale fornitura è già ampiamente assicurata in Europa (cosa che non accade in tutti i continenti), ma non raggiunge tutte le regioni del continente e non con il medesimo grado di sicurezza per la salute e con gli stessi costi. “Il diritto di accedere a servizi essenziali di qualità, compresa l’acqua, è uno dei principi del pilastro europeo dei diritti sociali – afferma la Commissione – approvato all’unanimità dai capi di Stato o di governo al vertice di Göteborg. La proposta legislativa si propone di garantire questo diritto, fornendo così una risposta all’iniziativa Right2Water”, intesa a “un migliore accesso all’acqua potabile per tutti i cittadini europei”.
La proposta di legge, che passa per competenza a Parlamento e Consiglio Ue, “assicura che i fornitori comunichino loro informazioni più chiare sul consumo idrico, sulla struttura dei costi e sul prezzo al litro per consentire un confronto con il prezzo dell’acqua in bottiglia”. In questo modo essa contribuisce sia all’obiettivo ambientale di ridurre l’uso superfluo della plastica e limitare l’impronta di carbonio dell’Ue, sia a raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile. Il primo vicepresidente della Commissione, Frans Timmermans, scende in campo in prima persona e spiega: “I cittadini hanno fatto sentire la propria voce con forza e chiarezza attraverso l’Iniziativa dei cittadini europei, chiedendo di avere accesso garantito all’acqua potabile. Abbiamo ascoltato e risposto al loro appello, effettuando un’analisi approfondita della legislazione vigente. Proponiamo quindi di aggiornare il diritto dell’Ue, migliorando la qualità dell’acqua potabile e agevolando l’accesso dei cittadini laddove cioè è più importante. Insieme possiamo e dobbiamo tutelare la salute e la sicurezza dei nostri cittadini”. Una proposta che, per altro verso, ha già suscitato le perplessità e la contrarietà dei produttori di acqua in bottiglia.
Sul tema interviene anche il commissario Jyrki Katainen, responsabile per la crescita, l’occupazione, gli investimenti: “Questa proposta ci permette di facilitare il passaggio a un’economia circolare, aiutando gli Stati membri a gestire l’acqua potabile in modo efficiente sotto il profilo delle risorse. Essa comporta riduzioni sia nell’uso dell’energia sia nelle perdite d’acqua evitabili. Grazie a una maggiore trasparenza, la proposta consentirà anche di responsabilizzare i consumatori e spingerli verso scelte più sostenibili, come l’uso dell’acqua di rubinetto”. Le norme che la Commissione propone di aggiornare “miglioreranno la qualità e la sicurezza dell’acqua aggiungendo sostanze nuove ed emergenti all’elenco dei criteri che ne determinano la sicurezza (ad esempio legionella e clorati). Tali integrazioni tengono conto delle conoscenze scientifiche più recenti e delle raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità”. Parallelamente, la Commissione intende inoltre “accelerare il lavoro di normazione per garantire che prodotti da costruzione utilizzati nel settore idrico in tutto il mercato interno dell’Ue, come tubazioni e serbatoi, non inquinino l’acqua potabile”.