La discesa tenace di Michela: in Corea un oro bergamasco doc

Pulita, sorridente, emozionata, brava, bella, genuina, giovane, caparbia, matura. Potremmo andare avanti così ancora a lungo per descrivere il volto di Michela Moioli, che da questa mattina si è colorato d’oro dopo il successo nella sua prova di snowboard.
Italiana sì, ma permetteteci di zoomare sulla cartina e andare ad individuare le sue origini più profonde per sottolinearle: Lombardia, Bergamo, Alzano Lombardo. Il secondo oro dell’Italia olimpica in Corea parla dunque bergamasco e noi siamo un po’ più contenti del solito, quindi, per questo oro azzurro. La sentiamo un po’ sorella, un po’ figlia, un po’ vicina di casa, un po’ migliore amica, o semplicemente nostra concittadina e questo ci fa sentire un po’ più contenti dell’abituale essere contenti per un oro italiano.
Ci siamo immedesimati in Michela, ci siamo nascosti in un pezzo della sua tavola per farla andare più forte. E si vede che eravamo in tanti a spingerla, perché al di là delle sue capacità tecniche, Michela ha fatto la differenza sui tratti di scorrimento e sui salti. Era concentrata, tesa, nervosa, ma ha corso divertendosi e questo lo si è visto in ogni momento in cui spiccava il volo sui salti coreani dai quali pareva non voler scendere mai, ma anche dai modi con cui superava le avversarie. Sembrava chiedesse permesso ogni volta e che – una volta al loro fianco – gli spiegasse quanto avesse lavorato in questi quattro anni, quanto avesse sofferto per gli infortuni, per le sfortune dicendo: “Scusate, ma stavolta tocca a me. Ho un appuntamento con la storia”. Ed è arrivata davanti a tutti.
Pulita, sorridente, emozionata, brava, bella, genuina, giovane, caparbia, matura appena dopo l’arrivo, sul podio, negli abbracci con gli allenatori, nelle strette di mano con le avversarie. E poi c’è una storia nella storia perché Michela è molto amica di Sofia, Sofia Goggia l’altra freccia tricolore partita da Bergamo. Questa notte la bergamasca di Città Alta correrà in Super Gigante per giocarsi una delle sue due cartucce potenzialmente più precise insieme alla discesa libera. Solo loro due sanno quanti dannati sforzi hanno fatto in palestra una a fianco dell’altra.
E allora ce la immaginiamo Michela, appiccicata alla tv tifando Sofia con la sua medaglia in mano e ce la vediamo Sofia pensare all’amica dorata al cancelletto di partenza dicendole col pensiero: Arrivo anche io, per festeggiare insieme!