Verso le elezioni. Lettera di Ac ai candidati: no ai protagonismi, gli elettori chiedono concretezza

Come laici impegnati nei vari ambiti della vita del nostro Paese, sentiamo la responsabilità di partecipare al voto come momento di democraticità e rappresentatività della società civile, ma vorremmo esprimere anche l’indecisione e lo sconcerto di molti di fronte a una campagna elettorale finora rumorosa e vuota di contenuti, dove ogni affermazione è fatta cercando soprattutto l’effetto dell’annuncio e meno la sua fattibilità. Fatta di accuse e protagonismi inadatti a chi si appresta a svolgere un servizio fatto di corresponsabilità.
Siamo convinti che la politica è ancora in grado di svolgere il suo compito di fare sintesi dei vari momenti e aspetti della convivenza attorno alla ricerca del bene comune. Ricerca ancor più urgente di fronte alla tentazione di assolutizzare i vantaggi immediati di parte, che non permettono uno sguardo lungimirante sul futuro e una visione realistica sulle condizioni della gente.
A nostro parere la domanda di concretezza, che gli elettori vorrebbero vedere, chiede di partire dai bisogni di chi abita il nostro Paese e non dalle ideologie, dalle proteste o dalla frustrazione, pur ampiamente diffusa e motivata.
Uno sguardo realista parte necessariamente dalle nostre famiglie e dalla loro capacità – unica – di generare vita e relazioni umanizzanti, che fanno bene alla convivenza civile. Per questo il lavoro va insieme alla questione demografica. Creare nuove possibilità di lavoro è dare vita a nuove famiglie, oltre che contribuire allo sviluppo economico. Bisogna offrire ai giovani l’opportunità di realizzare il loro progetto di vita nella propria terra.
Lo sviluppo, poi, va pensato in termini di sostenibilità ambientale. Aver cura della “casa comune” vuol dire aver cura di noi e dei nostri figli in termini di salute e migliore qualità di vita, possibile già da ora.
Crediamo, inoltre, che avere gli occhi aperti voglia dire riconoscere la effettiva disuguaglianza nella distribuzione dei redditi che va a influire sulle possibilità di trovare lavoro, di avere le migliori cure sanitarie, di assistere gli anziani o di iscrivere i figli alla scuola prescelta. L’uguaglianza tra i cittadini – sancita dalla Costituzione – passa anche da una maggiore equità economica e soprattutto dal saper farsi carico di chi in questi anni è finito in povertà.
Infine non possiamo non avere uno sguardo “aperto” a chi incontriamo anche quotidianamente nell’ambiente di lavoro, nella scuola, nelle parrocchie o per strada, per riconoscere l’effettiva ricchezza di persone che cercano una vita migliore e nel rispetto delle leggi possono offrire il loro contributo economico e culturale a una nuova società capace di accogliere le differenze, senza temere di perdere la propria identità.
A chi sarà eletto, oltre al nostro sincero ringraziamento per un compito tanto nobile quanto indispensabile, chiediamo capacità di dialogo e mediazione, virtù necessarie per creare maggiori sinergie qui sul nostro territorio e contribuire a riprogettare l’Europa di cui ci sentiamo parte vitale. Chiediamo però anche onestà e dedizione personale perché non venga tradita la fiducia che poniamo in loro come nostri rappresentanti.
La presidenza diocesana di Azione Cattolica di Bergamo