Trump “infantile, caotico e stupido”. Democrazia e prossime elezioni

Trump sta facendo parlare di sé. Come sempre, d’altronde. Di lui si è molto parlato soprattutto dopo la strage del 14 febbraio scorso, diciassette morti e diversi feriti, per mano di un ex studente di 19 anni, nel campus della Marjory Stoneman Douglas High School di Parkland, in Florida. Non solo si è parlato di lui, ma ha parlato lui, sul problema delle armi e della violenza che pare essere endemica nella società americana. Trump,  tra le altre cose, ha proposto non di diminuire le armi, ma di aumentarle e, in particolare, di armare i docenti perché questi difendano se stessi e gli studenti.

Le stravaganze di Trump

La proposta stravagante del presidente americano ha rilanciato alcune affermazioni su di lui fatte da Michael Wolff, autore di un libro che in America ha fatto discutere parecchio e vendere ancora di più. Si tratta di Fire and Fury: Inside the Trump White House (trad. it.: Fuoco e furia, dentro la Casa Bianca di Trump). Il libro contiene descrizioni poco lusinghiere del comportamento del presidente statunitense Donald Trump. Dopo essere stato pubblicato il 5 gennaio, il libro è salito rapidamente al primo posto nella classifica dei libri più venduti del New York Times.

Wolff ha parlato di “un’amministrazione totalmente impreparata alla Casa Bianca”; un presidente “infantile, caotico e stupido”, che pensa solo a “quanto è famoso nel mondo”; un entourage diviso tra fazioni “che si odiano”; una moglie che non è accettata dalla famiglia ma che accetta il marito come una buona “sistemazione”. Michael Wolff, che ha passato 18 mesi accanto a Trump, amici e familiari, dice il presidente americano è “poco interessato a esteri e interni e a tutte le cose che dovrebbero interessare un presidente”.  Trump non ha letto un libro, compreso – dice il giornalista scrittore – quello dello stesso Wolff.

Di fronte a una notizia del genere, non si resta stupiti per quello che dice. Qualche sospetto che Trump fosse un po’ vanesio, disordinato, insofferente di ruoli e di persone, lo si poteva indovinare. Che non fosse un lettore di Dostoevskij, lo si capiva.

Le elezioni del 4 marzo e i rischi della democrazia

Lo stupore più grande invece è che quel personaggio è stato eletto democraticamente dal popolo americano. Non è arrivato lì per un qualche ghiribizzo personale, ma perché qualche decina di milioni di suoi concittadini gli hanno: tu devi essere il nostro presidente. L’hanno proprio detto e l’hanno detto proprio a lui.

Tra qualche giorno gli italiani saranno chiamati a eleggere i loro rappresentanti in Parlamento. Grande rito della democrazia, le elezioni. Ma siccome si tratta di un grande rito della democrazia, dobbiamo pensare che tutti quelli che andranno in Parlamento saranno sicuramente intelligenti, acuti, maturi…? Evidentemente no. La democrazia non provoca trasmutazioni genetiche, ma si limita a prendere e a promuovere quello che c’è. E in quello che c’è, c’è di tutto, e c’è anche chi è “infantile, caotico e stupido”.