Camminare nel deserto. Un punto di partenza per costruire un mondo veramente umano

In questo tempo di Quaresima siamo sospinti anche noi dallo Spirito verso il deserto, per rivisitare la relazione fondante con Gesù, perché non sia più una relazione tra le tante, ma la relazione che risignifica tutte le altre.
Siamo chiamati ad andare nel deserto, per imparare a cadenzare il tempo alla presenza di Dio, a ritrovare l’autenticità della nostra vita, pur incontrando, tra gli ingorghi della quotidianità, molteplici resistenze. Ci immettiamo in un cammino che, a volte, si inceppa, soprattutto perché vogliamo controllare l’ago della bussola non solo della nostra esistenza, ma anche di quella degli altri.

Il Signore ci attende nel silenzio, per raddrizzare con la sua Parola i sentieri tortuosi che, talvolta, offuscano il senso della nostra esistenza e non permettono di riconoscere le coordinate che portano alla vita.

Ci guida nel deserto, per parlare al nostro cuore e capire che cosa stiamo cercando, dove stiamo andando, quale senso anima la nostra quotidianità, in che modo rendiamo credibile e tangibile ovunque la prossimità del Padre che ama.

Siamo sospinti nel deserto per scegliere il Dio di Gesù Cristo. L’adesione a Lui ci permette di camminare sulle acque, di riconoscere ciò che è veramente essenziale nella vita. Ci aiuta a fidarci, ad ascoltare e vedere la Sua presenza nello spazio sacro della nostra vita, tra le persone, tra la persona ed ogni accadimento, tra il sé e la storia. Ci allena a metterci in ascolto della sorpresa dell’altro, a rimanere sempre in relazione, a verificare la nostra vita evangelica, a leggere la realtà dalla parte di Dio, a consegnarci a lui, vivendo l’obbedienza all’amore, il dono di sé ad ogni fratello e sorella.

Ascoltando la sua Parola che illumina la nostra esistenza, impariamo ad avere una visione panoramica della realtà, a custodire responsabilmente, attraverso la partecipazione attiva, il bene comune. Siamo sospinti a lasciare i nostri luoghi protetti, per andare empaticamente incontro ad ogni altro, nel rispetto di ciascuno, per custodire insieme i diritti umani spesso offuscati da quelli individuali. Lo Spirito ci guida ad andare contro corrente, pagando di persona, a scegliere di pensare, sentire e agire secondo il Vangelo, a non adeguarci acriticamente al pensiero unico dominante.
Pone nel cuore delle domande profonde che attendono una risposta: dove siamo oggi noi cristiani, quale contributo evangelico offriamo in ogni ambito, per custodire ogni persona e il bene comune? Come ci attiviamo, per costruire fattivamente il Regno di Dio nella storia di questo tempo? In che modo comunichiamo la speranza a coloro che oggi vivono l’isolamento a causa dei rapporti virtuali, oppure perché senza lavoro o rifiutati?
Dio ci invita ad andare nel deserto, per riconsegnarci la custodia dell’umanità
e renderci consapevoli che la vocazione umana è incontrare l’altro, è riscoprire i colori, i profumi, il calore che solo il contatto reale con ogni altro fa sperimentare, è donarsi nella gratuità, è scegliere di essere sempre con l’altro e per l’altro, condizione per umanizzare se stessi e prendersi cura di ogni uomo e donna che incontriamo, proprio come Dio fa con ogni vivente.
Questo è il tempo favorevole, per esserci nella storia. Fermiamoci nel deserto con Gesù e impariamo da lui a prenderci cura di noi in modo sano e a costruire con tutti gli uomini e le donne di buona volontà un mondo veramente umano… perciò divino!