Giudalsofà: a Verdellino-Zingonia ragazzi alla prova con attività di volontariato

Giovani volontari alla prova. Parte da una provocazione lanciata ai giovani da Papa Francesco alla Gmg di Cracovia “#Giudalsofà… raga in campo!”, il cammino rivolto ai ragazzi di terza media e agli adolescenti dagli oratori di Verdellino Zingonia in collaborazione con il Centro diurno disabili “La rosa dei venti”, Cooperativa Itaca, Cooperativa “Il pugno aperto” e “Progetto Fuoriclasse”.

“Le cose statiche non vanno – ha detto il Papa – soprattutto con i giovani. Quando ero giovane, la moda era fare riunioni. Adesso bisogna lavorare con i giovani facendo cose, con le missioni popolari, il lavoro sociale, andando ogni settimana a dare da mangiare ai senzatetto”. È nata così una proposta su misura per gli “adolescenti 2.0”. «Abbiamo pensato – spiega don Francesco Sanfilippo, curato dell’unità pastorale che si occupa dei ragazzi delle medie, adolescenti e giovani – di coinvolgere i ragazzi nell’azione, cercando di suscitare in loro una particolare sensibilità verso la partecipazione sociale e il volontariato. L’obiettivo più importante è formarli ai valori del dono, della gratitudine e della condivisione, avvicinandoli a temi sociali come la fragilità, la disabilità e il sostegno e la cura verso i più piccoli». Non si può dare per scontato che un giovane sappia cosa significa impegnarsi nel volontariato, che lo impari a scuola o in famiglia: «Questo progetto – continua don Francesco – può essere un’occasione per scoprirlo attraverso l’esperienza diretta, e sperimentare quindi su di sé che il volontario è chi mette a servizio degli altri il proprio tempo e le proprie capacità per il bene degli altri e della collettività». I compiti affidati ai ragazzi sono semplici, studiati in modo da coinvolgerli direttamente “nella cura degli spazi e del proprio territorio, in modo creativo”. Il progetto è partito a novembre: «All’inizio – spiega Eleonora Mazzoleni, giovane educatrice degli oratori – abbiamo ragionato sul volontariato in generale e sul ruolo dei volontari, poi abbiamo presentato le attività nelle quali era possibile impegnarsi. Ognuno ha fatto la sua scelta». I ragazzi – nati dal 2000 al 2004 – vengono inseriti in iniziative già avviate: «Il nostro percorso – sottolinea don Francesco – è infatti il frutto di un lavoro di rete tra diverse realtà del territorio impegnate in ambito sociale e riunite nel Tavolo di Comunità, di cui anche la parrocchia è parte attiva». Gli apprendisti volontari possono quindi stare accanto ai disabili del Centro Diurno “La rosa dei venti”, affiancare i bambini della scuola primaria nei compiti e nei laboratori del doposcuola “Fuoriclasse”, oppure collaborare con il progetto Orizzonte Zingonia, che propone animazione sociale in zone “di frontiera”. «All’oratorio – commenta Eleonora – ci sono bambini sia italiani sia stranieri e questo è un fattore di arricchimento. In tutte le attività, la cooperazione e l’incontro tra i bambini di diverse culture rappresenta un punto di forza. Tutte le proposte che facciamo seguono la strada dell’integrazione e dell’inclusione, non si creano divisioni. Nel Cre ci sono squadre miste e non facciamo differenze: anche il gioco è un’attività educativa». Hanno aderito al cammino #Giudalsofà fino ad ora una quarantina di ragazzi, a ognuno sono stati dati la “tessera del volontario” e un piano di azione, vincolato a un “patto di responsabilità” (se si prende un impegno, bisogna rispettarlo). «È un piccolo segno – osserva don Francesco – nato con il desiderio di aiutare i ragazzi a conoscere ciò che esiste sul territorio, a prendersene cura e a innamorarsene, toccando con mano il valore della solidarietà».

A Zingonia il cambiamento del curato – prima don Alberto Bongiorno, ora parroco di Branzi, adesso don Lorenzo Cenati – e dell’organizzazione degli incarichi ha provocato un riassestamento degli equilibri e delle attività dell’oratorio. “Potremmo sicuramente inventare qualcosa – sottolinea Paola, catechista – per potenziare il coinvolgimento dei giovani nei pomeriggi dei giorni feriali, come il bar. Altrimenti, soprattutto d’inverno, i ragazzi arrivano soltanto per seguire le attività programmate. Oltre alle normali attività di formazione e catechesi c’è un gruppo di ragazzi extracomunitari che si ritrova la sera, affiancato da don Lorenzo”. Anche le famiglie sono attive e organizzate: “La terza domenica del mese ci ritroviamo per il pranzo di solidarietà con il gruppo del coro parrocchiale e i catechisti e laici impegnati, ma è un incontro aperto. Ognuno porta quello che avrebbe mangiato a casa e lo condivide con gli altri. Prima era un incontro più saltuario e meno organizzato da quando c’è l’unità pastorale ha una cadenza precisa ed è aperto a persone di entrambe le parrocchie. Nella stessa domenica raccogliamo viveri per la Caritas e questo pranzo dopo la Messa è una bella occasione di socializzazione”. Nei periodi forti del calendario pastorale ci sono poi iniziative particolari: “Organizziamo per esempio i laboratori con i bambini per Natale e per Pasqua”.

 

Foto e video servizio di ©Gian Vittorio Frau