Il lavoro come fondamento delle comunità cristiane: un laboratorio per trovare nuove strade

Il lavoro oggi sembra un bene in estinzione più che un diritto o il pilastro fondamentale sul quale si fonda la Costituzione italiana (come recita l’articolo 1). È una questione che interpella in modo concreto le comunità cristiane: come stare vicino ai più fragili, a chi perde la fonte di reddito principale e non sa come mantenere la propria famiglia, ai giovani che non hanno la possibilità di diventare adulti? Quali iniziative, quali indirizzi sono possibili e percorribili? Il convegno diocesano in programma sabato 21 aprile al Cna (Confederazione nazionale dell’artigianato, via Roma 85 a Gorle) a partire dalle 9, si propone di trovare risposte concrete a queste domande, cercando di indagare, come sottolinea don Chicco Re, direttore dell’ufficio per la pastorale sociale e del lavoro «in che modo il tema del lavoro può diventare una prassi di attenzione pastorale dentro le nostre comunità e soprattutto dentro le nuove Cet, Comunità ecclesiali territoriali».

Il titolo del convegno è «Il lavoro: come vocazione, opportunità, valore, fondamento di comunità e portatore di legalità». Al centro della discussione, continua don Chicco, non ci sono «le tendenze del mondo del lavoro di oggi, non parleremo cioè di quali direzioni sta prendendo, dell’industria 4.0 o delle start up. Abbiamo chiesto al nostro vescovo Francesco Beschi di illustrarci quali sono le priorità nel rapporto tra Chiesa e lavoro oggi». Dopo il suo intervento i partecipanti si divideranno in quattro gruppi di lavoro che affronteranno quattro aspetti differenti: il rapporto tra Chiesa, lavoro e  giovani; Chiesa, lavoro e cooperazione, Chiesa, lavoro e amministrazioni; e infine Chiesa, lavoro e il mondo delle imprese. «Grazie alle chiavi di lettura che ci saranno offerte dal vescovo – osserva don Chicco – proveremo a dirci quali potrebbero essere gli orizzonti delle terre esistenziali del lavoro quando partiranno le Comunità ecclesiali territoriali, parleremo di come una parrocchia può interfacciarsi con questo mondo e come i cristiani possono interagire».

Molte comunità cristiane attuano quotidianamente progetti legati a questi ambiti: «È un’occasione per fare il punto su queste esperienze e valorizzarle e porre le basi per nuovi progetti. Immaginiamo che questi laboratori operativi possano fare da trampolino alle persone, creare nuove connessioni, fornire idee. In un periodo difficile in cui la politica spesso non esprime iniziative costruttive, in cui nessun soggetto riesce a fare sintesi efficaci di ciò che sta accadendo e individuare direzioni percorribili, all’interno della Chiesa si sente il bisogno di trovare una strada per esprimere ciò che i cristiani sono e possono costruire». Per questo il convegno si svolge per la maggior parte nella forma dei laboratori: «Desideriamo offrire strumenti concreti. Bisogna assumersi tutti insieme la responsabilità di agire in questo ambito, intraprendere iniziative, mettersi alla prova, fare emergere delle proposte sulle quali poi si può confrontarsi e costruire insieme».