Preghiere, fiori e ceri davanti alla statua di Papa Giovanni XXIII all’ospedale di Bergamo

Il volto bonario e sereno, con un sorriso appena abbozzato. In una mano un ramoscello d’ulivo, l’altra che pare salutare, accogliere. Così si presenta ai pazienti e ai loro familiari la statua che fa parte del complesso monumentale dedicato a San Giovanni XXIII, situato all’ingresso principale est dell’Ospedale di Bergamo intitolato proprio a Papa Giovanni XXIII. Ogni giorno sono tantissime le persone che si avvicinano alla statua di Papa Giovanni XXIII, anche solo per pochi istanti: un’ulteriore testimonianza della devozione e dell’affetto profondo della popolazione bergamasca per una delle figure più importanti della Chiesa e della storia. Ai piedi della statua si trovano infatti tantissimi fiori di diverso colore, ceri (rigorosamente “non accesi a fiamma viva” per motivi di sicurezza, come raccomanda il cartello collocato a lato dell’effige) e doni, tra cui spicca una bandiera del pellegrinaggio notturno al Santuario della Cornabusa (il percorso di circa 30 km è la strada che anche Angelo Giuseppe Roncalli ha seguito molte volte fino al 1958, prima di entrare in conclave) del 27 maggio 2016. In mezzo al via vai tipico di una struttura come un ospedale, non è affatto banale il fatto che, nel giro di pochi minuti, siano tantissime le persone che decidono di soffermarsi davanti alla statua del Santo per un momento di riflessione, di preghiera o di raccoglimento: c’è chi fa il segno della croce, chi accarezza la mano del pontefice per poi baciare le proprie dita, chiedendo una grazia o cercando speranza e un po’ di conforto per se stessi o per un proprio caro ammalato. La statua, alta un metro e 80 centimetri del peso di quattro quintali, è opera dello scultore Carlo Balljana ed è stata realizzata in bronzo fuso a cera. Alla statua di Papa Giovanni, inaugurata il 30 giugno 2013, si sono aggiunte, circa un anno fa, due quinte realizzate sempre dallo scultore trevisano, che riportano stralci di scritti e discorsi del pontefice bergamasco: il Discorso alla Luna, indimenticata carezza del Papa ai bambini e alle loro lacrime, pronunciato l’11 ottobre 1962 all’apertura del Concilio Vaticano II, una citazione della Pacem in Terris, che invita alla verità, giustizia, carità e libertà nei rapporti umani e infine un ricordo della “dilettissima Bergamo, il cui amore ci accompagnò sempre”.