“La nostra vita è pellegrinaggio”: un libro per seguire la geografia spirituale di San Giovanni XXIII

La peregrinatio delle spoglie di San Giovanni XXIII nella diocesi di Bergamo è sicuramente un’occasione di incontro, di preghiera, di devozione, ma può diventare anche punto di partenza per conoscere meglio e approfondire la figura di Papa Roncalli, a partire per esempio dal volume “La nostra vita è pellegrinaggio” scritto a quattro mani da don Ezio Bolis, direttore della fondazione Papa Giovanni XXIII, e Valter Dadda, segretario della fondazione. Vi proponiamo una breve presentazione video con don Bolis e a seguire l’introduzione degli autori. Ricordiamo che il volume si può trovare in questi giorni nei luoghi giovannei ma può essere anche acquistato in edicola in abbinamento con L’Eco di Bergamo.

Spesso i titoli dei libri raccolti nella biblioteca di una persona lasciano intuire i suoi interessi, rivelano particolari preziosi della sua anima. Analogamente, i luoghi che hanno visto nascere, crescere e maturare Papa Giovanni, sono indizi sicuri per cogliere la sua santità, semplice e straordinaria.

Illustrando le tappe principali della sua “geografia spirituale”, questo libro vuol essere d’aiuto a pellegrini devoti, ammiratori curiosi, famiglie in difficoltà, anziani e ammalati, giovani in ricerca, uomini e donne di buona volontà perché possano fissare le date importanti della vita di Angelo Giuseppe Roncalli, posare lo sguardo sul suo volto, avere tra mano le parole più significative del suo insegnamento, e soprattutto percepire la sua calda umanità, per calpestarne le orme e imitarne la santità.

 

Nella tradizione cristiana è proprio questo il senso del pellegrinaggio, eminente espressione della pietà popolare: facilitare l’incontro con l’umanità concreta di un santo attraverso il linguaggio dei sensi. Vedere le povere stanze di Sotto il Monte dove il futuro papa è venuto alla luce; gustare il sapore della polenta che ogni giorno rallegrava la tavola della sua numerosa famiglia; udire il dolce suono delle campane che di prima mattina o sul fare della sera chiamavano alla preghiera; sentire il profumo dei fiori lungo il sentiero che si inerpica fino alla torre di S. Giovanni; toccare i quaderni che Angelo, giovane seminarista, vergava fitti fitti con il pennino; sfogliare lentamente le pagine di libri antichi che consultava nella Biblioteca civica di Bergamo, immaginare i lontani villaggi bulgari che egli raggiungeva a cavallo; rivederlo benedicente, mentre attraversava in gondola i canali di Venezia; contemplare in silenzio il suo corpo ormai glorificato.

Auguriamo a chi sfoglierà e leggerà queste pagine di incontrare non un Papa Giovanni “di carta”, ma vivo, “in carne e ossa”; non un papa nostalgico del passato, ma capace di aprire prospettive per il futuro; non soltanto un papa buono, ma anche guida sapiente nel discernere i segni dei tempi. Chissà che da questo incontro sorga poi il desiderio di conoscerlo meglio, di pregarlo con fede e di amarlo ancora di più.