Al cinema «Lazzaro felice» il racconto semplice e poetico di Alice Rohrwacher premiato a Cannes

Al 71° Festival di Cannes la regista italiana Alice Rohrwacher ha vinto il premio per la migliore sceneggiatura con “Lazzaro felice”, un racconto semplice e poetico. Dopo “Corpo celeste” (2011) e “Le Meraviglie” (2014), la regista scrive e dirige la parabola del giovane Lazzaro (Adriano Tardiolo), contadino ingenuo e dall’animo buono, che si adopera per aiutare l’amico Tancredi, diverso da lui per indole e idee. La regista mantiene e rafforza il suo stile narrativo ricco di poesia e suggestioni, spingendosi a toccare anche sfumature spirituali. Per questo suo sguardo intenso e delicato è stata giustamente accostata al cinema di Ermanno Olmi, ricordato a poche settimane dalla morte dalla stessa Rohrwacher ricevendo il premio sulla Croisette.

Prende le mosse da una storia vera “Resina” di Renzo Carbonera con Maria Roveran e Thierry Toscan. Siamo nel suggestivo paesaggio del Trentino, tra bellezze naturali e tradizioni culturali; qui vive Maria, una giovane direttrice di coro, che cerca di valorizzare i membri di una comunità montana facendoli partecipare a lezioni di canto. Un incontro che lega le persone, così come la resina tiene saldi i materiali.

È passato alla Festa del Cinema di Roma nel 2017 “La truffa dei Logan” (“Logan Lucky”) di Steven Soderbergh – “Erin Brockovich”, “Traffic” e la saga “Ocean’s” –, affermato autore che aveva annunciato il ritiro dalle scene salvo poi tornare dietro alla macchina da presa con questo film. Soderbergh racconta il ritratto di un’America povera e dimessa in cerca di cambiamento. I fratelli Logan (Channing Tatum e Adam Driver) conducono una vita precaria, difficile, e decidono di progettare una rapina alla corsa di auto Coca-Cola 600. Sorretto da un cast importante, il film si muove su una sceneggiatura piena di battute efficaci e graffianti.

È stato candidato ai Golden Globe e agli Oscar 2018 “End of justice” per l’interpretazione di Denzel Washington, impegnato nel ruolo dell’avvocato Roman J. Israel, paladino dei diritti civili che scivola però in situazioni al confine della legalità. Diretto dal regista-sceneggiatore Dan Gilroy, il film poggia interamente su Washington, che caratterizza in maniera sfaccettata il personaggio.

In chiusura, due film francesi: la commedia brillante “L’arte della fuga” (“L’art de la fugue”) di Brice Cauvin con Agnès Jaoui, che racconta guai sentimentali di un gruppo di fratelli, e il thriller “Anna” di Charles-Olivier Michaud con Anna Mouglalis, un viaggio di una fotoreporter nella Thailandia oscura e segnata dallo sfruttamento umano e sessuale.

(*) Commissione nazionale valutazione film CeiMassimo Giraldi, Sergio Perugini (*)