Migranti. I vescovi francesi hanno chiesto ai cattolici che cosa pensano veramente. Risposte tiepide

L’atteggiamento dei cattolici francesi nei confronti dei migranti e dell’accoglienza non è chiaro. Rivelano un approccio piuttosto prudente e tiepido, dominato da ambivalenza e preoccupazione, non schierato apertamente né da una parte (la chiusura delle frontiere) né dall’altra (l’accoglienza). La verità è che anche i cattolici di Francia – nonostante i ripetuti appelli di papa Francesco – sono attraversati dagli stessi interrogativi che si pongono i loro concittadini. Per questo, i vescovi francesi hanno deciso di fare chiarezza ed hanno chiesto a un importante istituto di ricerca – l’Ifop – di sondare i sentimenti che i loro “fedeli” nutrono per il fenomeno della migrazione.

I grafici della ricerca mostrano una spaccatura. I cattolici di Francia sono divisi sugli effetti della globalizzazione: il 49% valuta negativamente l’impatto della globalizzazione sull’economia del Paese e il 48% chiede alla Francia di proteggere di più, di cui il 20% completamente. Significa quindi che la comunità cattolica di Francia è spaccata in due rispetto ai temi delle frontiere e della multiculturalità e che, come tutti i francesi, anche i cattolici sono preoccupati per l’identità. A questo interrogativo, rispondono in maniera divisa: se il 47% pensa che stia scomparendo, esattamente un altro 47% pensa il contrario.

Più di otto cattolici su dieci sono convinti che l’immigrazione sia aumentata drasticamente negli ultimi cinque anni. Questa stima è correlata al giudizio che la persona interrogata dà all’impatto dell’immigrazione sul Paese: più questo giudizio è negativo, maggiore è il sentimento che la Francia abbia vissuto un’enorme ondata migratoria.

I cattolici esprimono una relativa benevolenza verso i migranti. Una maggioranza (41% contro 39%) sostiene che i migranti fanno sforzi per integrarsi nella società francese. Ma anche questa benevolenza è piuttosto ambivalente perché solo l’8% dei cattolici è fortemente convinto che la maggior parte dei migranti che vengono in Francia riusciranno a integrarsi.

Riguardo poi alla politica migratoria, i cattolici non si accontentano della “semplice invocazione dei principi”. Certo, il 61% non è d’accordo con la proposta di chiudere completamente le frontiere agli immigrati, ma il 58% respinge la tesi secondo cui la Francia ha le risorse economiche e finanziarie per ospitare i migranti e, quindi, ha l’obbligo di farlo. Questa ambivalenza pone i cattolici a sposare nei dibattiti le posizioni per lo più moderate in materia d’immigrazione.

La ricerca è stata promossa – si legge nel comunicato che la accompagna – per rispondere “ai ripetuti appelli di Papa Francesco a promuovere una autentica cultura dell’incontro”. A sostenerla sono stati il Servizio nazionale della pastorale per i migranti (Conferenza episcopale francese), Ccfd – Terre Solidaire, il Jrs (gesuiti) e Secours Catholique – Caritas Francia. Secondo i promotori dell’indagine, le paure che i cattolici francesi esprimono, non impediscono un approccio positivo e possono anche convivere con un impegno concreto all’incontro e alla solidarietà. Insomma, l’intento degli organismi ecclesiali è quello di mettersi in ascolto di “tutte le paure e tutte le povertà, per aiutare ciascuno a ricevere l’altro come ricchezza e non come una minaccia”. Dalla ricerca emerge, però, un dato certo: i cattolici sono più impegnati ad accogliere i migranti rispetto al resto della popolazione francese.
Quasi un cattolico su due ha donato o agito negli ultimi dodici mesi. Il 38% ha fatto un dono materiale; il 14% ha donato denaro e l’11% ha accolto uno o più migranti in parrocchia. Ciò dimostra che le reti associative e le parrocchie cattoliche continuano a svolgere un ruolo fondamentale nell’organizzazione della solidarietà.