Papa Giovanni a Bergamo. Spunto per un bilancio

Papa Giovanni è tornato a Roma e la “peregrinatio” è finita. Anche i giornali fanno qualche bilancio. Il tono generale di questi bilanci è di grande sorpresa per il numero dei pellegrini, la qualità della preghiera, le “conversioni” che l’evento ha provocato. Di tutto questo siamo tutti straordinariamente felici.

Ma l’evento ha anche, mi sembra, qualche risvolto negativo o, più che negativo, problematico, da decifrare, da definire.

Tutta la peregrinatio è stata vissuta sotto il segno del ricordo, della memoria. Papa Giovanni è morto 65 anni fa. E il ritorno a Bergamo ha comportato il ricordo di lui, del suo paese natale, dei primi anni di sacerdozio…: dal 1881, quando nasce, agli anni ’20 quando viene chiamato a Roma. E poi i contatti successivi con Bergamo, costanti ma ridotti nel tempo. Si è dovuto fare un balzo indietro nella storia, da 130 anni fa in qua. Questo “tono” generale, inevitabile, ha nutrito una devozione che è soprattutto nostalgica, che ricorda il passato, visto, anche questo è inevitabile, come bello, spesso in contrasto con il presente che bello come quel passato non è.

Non è difficile vedere i limiti di questa “visione”: una fede che è bella se ricorda, se si rifugia in un passato che non c’è più, rischia di fare poco presa sul presente.

Di solito, quando si fa un’osservazione del genere si fa notare che il presente si nutre – si deve nutrire – del passato. E, d’altronde, in occasione della peregrinatio, molti articoli e discorsi hanno collegato il passato di Papa Giovanni con il presente della Chiesa. Teologi e storici ci hanno aiutato in questo. Resta, però, da vedere quanto quel collegamento ha “funzionato” sui 250.000 pellegrini.

Bisogna ricordare che i teologi, di solito, non sono popolo, al massimo lo vedono – da lontano – e ne percepiscono bisogni, alcuni, non tutti. E il popolo non è teologo. Sono due logiche che si toccano in qualche punto isolato. Ma che si ignorano per il resto.

Insomma, si deve riconoscere che la peregrinatio è stata, certamente, una grazia. Ma la grazia è di un momento. Poi la vita di sempre riprende. La peregrinatio torna quindi nelle mani della Chiesa di Bergamo e non solo di Bergamo che la deve “riciclare” nel presente e farne un punto di partenza per dare una risposta ai problemi di oggi.