Migranti, il cardinale Parolin: “I porti chiusi non sono una risposta. Serve collaborazione tra tutti i Paesi europei”

“Credo che ci debba essere una risposta comune a questo problema. Certamente i porti chiusi non sono una risposta. Però la risposta può venire soltanto da una collaborazione tra tutti i Paesi europei”. Così il segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, ha risposto al Sir parlando della questione – al centro ieri a Bruxelles – della gestione dei flussi dei migranti nel Mediterraneo e della responsabilità dell’Europa. “Ecco la domanda”, ha esordito Parolin: “L’Europa dov’è? C’è ancora? E, come si dice, se ci sei, batti un colpo”. “Credo che si debba insistere su questo”, ha poi aggiunto il segretario di Stato: “La problematica delle migrazioni è una problematica che esige il coinvolgimento di tutti. Non può essere rigettata sulle spalle di alcuni soltanto ma deve essere assunta responsabilmente da tutta Europa e da tutta la comunità internazionale però sempre in quella linea e in quell’orizzonte di umanità e solidarietà che non può mancare di fronte a questi problemi”. Il cardinale che ha parlato, a margine del simposio “Defending International Religious Freedoom: Partnership and action” in corso a Roma, ha poi detto in vista dell’incontro di Papa Francesco con il presidente Macron, che la questione migrazioni “certamente sarà uno dei temi che si affronterà con il presidente francese”.
E’ stata messa in agenda intanto una giornata di sensibilizzazione sulla pace in Medio Oriente. “Papa Francesco ci tiene molto. L’iniziativa parte da lui. Ha cercato di coinvolgere tutti i capi delle Chiese cristiane e di coinvolgerli in un’opera comune a favore della pace, sottolineando il contributo che le Chiese cristiane a livello ecumenico possono portare alla soluzione dei tanti problemi del Medio Oriente, soprattutto nei conflitti e nella ricerca della pace”. Così il segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, ha presentato al Sir la Giornata di riflessione e preghiera sulla situazione drammatica del Medio Oriente che si terrà il 7 luglio a Bari, finestra sull’Oriente, città che custodisce le reliquie di san Nicola. La Giornata, che vedrà la presenza dei capi delle Chiese cristiane della regione mediorientale, vuole lanciare innanzitutto – ha sottolineato Parolin – “un messaggio di vicinanza e di incoraggiamento. I cristiani del Medio Oriente molto spesso hanno bisogno di sentire davvero vicini i loro fratelli e le loro sorelle del mondo intero. A volte, non si possono dare soluzioni immediate, però è importante che sappiano che la loro situazione sta a cuore alle Chiese. Poi certamente, sottolineeranno il contributo che le comunità cristiane possono portare alla soluzione dei problemi in rispetto dei diritti di ogni persona e di ogni gruppo”.