Pontida, Matteo Salvini “unico capitano” e la fatica a capire dove sta andando il nostro “popolo”

Matteo Salvini al raduno di Pontida di domenica 1 luglio

A Pontida il “popolo leghista” ha inneggiato all’”unico capitano”. Naturalmente, l’unico capitano è Matteo Salvini. Incuriosisce quella dicitura: sia perché “unico” e sia perché “capitano”. Incominciamo dal “capitano”. Si tratta di un termine militare che dice un rapporto tra chi decide e chi obbedisce. Il capitano decide senza discutere. Nell’esercito non esiste democrazia, infatti, esiste solo il potere di chi comanda e la sottomissione di chi obbedisce. Ma il termine capitano, con quella idea rigorosamente “verticale” di potere dice anche che chi obbedisce è massa, esercito. Non esistono diversità nell’esercito: tutti rigorosamente uguali perché tutti rigorosamente definiti dall’unico rapporto con il capitano. Ne consegue anche che il potere di chi comanda è tanto più grande quanto più grande è la massa che obbedisce. E l’esercito acclamante al capitano, a Pontida, era grandioso: forse cinquantamila persone, il più affollato degli ultimi anni. Maroni e Bossi, assenti, hanno potuto soltanto mangiarsi le unghie.

Ma il capitano è “unico”. Per la verità, che fosse unico, risultava già dal fatto che era capitano. Due capi dello stesso esercito non sono più capi. Ma chi ha forgiato lo slogan si è sentito in dovere di precisare: il capitano è proprio unico, lui solo e nessun altro.

Chissà se chi ha inventato e lanciato quel titolo ha pensato a tutti i connotati che vi si trovano dentro. Da timidi osservatori esterni siamo vagamente preoccupati da questa enfasi militare e da questo entusiasmo per l’unicità del capo. In altri periodi storici, vicini e lontani, si è osannato al capo unico e non sono sempre stati periodi felici per il nostro paese.

E preoccupa, infine, il fatto che sia l’esercito a invocare l’unico capitano. Inquietante. Perché, a quel punto, l’unico capitano, capitano e unico, acclamato dal popolo si sentirà autorizzato a fare tutto quello che vuole e tutto quello che farà sarà automaticamente democratico perché l’ha voluto l’esercito, pardon: il popolo.

Ma il nostro popolo, depositario di così grandi valori, di così sacrali mandati, si riesce a capire dove sta andando?