Salvini, gli immigrati, il Paese

Salvini tracima da tutte le parti. Parla in tv, parla sui giornali (è di domenica 15 una sua lettera al Corriere), parla nelle piazze, parla nelle stanze del potere, dappertutto. E parla sempre, immancabilmente, degli immigrati. È il suo chiodo fisso. Stando a Salvini, in Italia l’unico problema è quello. Da questa mania e da questa esondazione di parole, scendono alcune conseguenze che dobbiamo segnalare, noi, che stiamo da questa parte della barricata (e cioè che non siamo gente che esercita il potere ma che lo subisce).

Gli immigrati servono a Salvini

Prima. Salvini sta usando il problema immigrati a suo vantaggio. Speriamo che non se ne accorga. Ma è difficile. Se non ci fosse il problema immigrati, il suo partito non sarebbe al 31 per cento, lui non sarebbe segretario di quel partito e, soprattutto, non sarebbe vice primo ministro e ministro dell’interno.  Non sarebbe nulla. E invece, grazie a quel problema, Salvini trionfa. E, siccome, furbastro com’è, sa che tutta la sua fortuna dipende da quel problema, non fa che parlarne e agire di conseguenza: le navi dei migranti non devono attraccare e la giustizia deve andare sulla nave e fare le sue inchieste. E non s’accorge, il furbo, che la giustizia non è agli ordini del potere politico, altrimenti va a farsi benedire tutto il sistema democratico. E deve intervenire Mattarella per evitare lo “scontro istituzionale”. E il nostro esprime “stupore”. Stupore di che? Siamo noi che stiamo su questa parte della barricata che esprimiamo stupore nel vedere un politico che dà ordini alla magistratura. Si conferma: Salvini è talmente impegnato a “usare” gli immigrati a suo vantaggio che non s’accorge neppure (pardon: fa finta di non accorgersi) che sta stravolgendo l’ordine democratico.

Salvini dimentica i molti problemi degli Italiani

Seconda. Un mio amico, qualche giorno fa, mi dice che ha avuto i ladri in casa. Gli hanno segato le inferriate e gli hanno portato oggetti in oro e soldi.  Ecco: che fine ha fatto quest’altra che pure era una idea del nostro: la sicurezza dei cittadini. Che, si spera, non verrà risolta con qualche pistola in più, ma con una presenza un po’ più evidente dello Stato e delle sue istituzioni.

Ecco: bisognerebbe che Salvini sia davvero il ministro dell’interno, di tutto il paese e di tutti i cittadini, che mette anche il suo partito al servizio del paese. Perché finora l’impressione è stata il contrario: che Salvini ha messo il paese al servizio del suo partito.