Terra ed ecologia, serve una fratellanza universale per la giustizia climatica

LA GIORNATA MONDIALE DELLA TERRA

 

“Il clima è un bene comune, di tutti e per tutti…Un mondo fragile, con un essere umano al quale Dio ne affida la cura, interpella la nostra intelligenza per riconoscere come dovremmo orientare, coltivare e limitare il nostro potere… non possiamo fare a meno di riconoscere che un vero approccio ecologico diventa sempre un approccio sociale, che deve integrare la giustizia nelle discussioni sull’ambiente, per ascoltare tanto il grido della terra quanto il grido dei poveri”.

Papa Francesco, Laudato Si’ (23, 78, 49)

 

Anche a Scanzo il 22 aprile, durante la celebrazione delle 18.30, abbiamo celebrato la Giornata Mondiale della Terra. Un’iniziativa vissuta a livello mondiale ma non ancora troppo diffusa nelle nostre comunità. Non si tratta di un passaggio semplicemente di buoni pensieri e propositi, ma di prendere sempre più consapevolezza di ciò che pericolosamente sta cambiando nel nostro ambiente con i tratti dell’irreversibilità.

Ormai ce ne siamo accorti tutti: il clima sta cambiando e ne facciamo i conti tutti i giorni. Nella nostra quotidianità lo percepiamo ogni volta che prendiamo acquazzoni violenti, boccheggiamo per il caldo già dalle prima ore della giornata e passiamo inverni senza riscaldamento acceso. Questo fenomeno ha cominciato a diventare problematico a partire dalla prima rivoluzione industriale, quando l’umanità ha iniziato a bruciare su scala senza precedenti combustibili fossili come carbone, petrolio e gas naturale. Il tutto generando gas serra che fanno quello che il loro nome stesso suggerisce, infatti, proprio come il vetro di una serra, intrappolano il calore del sole.

I gas serra da sempre fanno parte della nostra atmosfera e ciò è un bene perché mantengono la temperatura della Terra abbastanza tiepida da essere abitabile. Tuttavia, il termostato globale è molto sensibile. Più gas serra significa più calore trattenuto che porta ad una più alta temperatura media globale. Questo fenomeno è stato discusso per la prima volta nel 1897. Da allora, abbiamo continuato ad accelerare l’uso di combustibili fossili. Ma oltre ad averlo prodotto, l’uomo subisce anche le conseguenze dell’innalzamento delle temperature.

Che cosa significa per noi il cambiamento climatico? Innanzi tutto un mondo più caldo è un mondo più pericoloso. Per quali ragioni? Lo scioglimento dei ghiacciai polari porta a un rialzo del livello dei mari. Abitanti di città come Miami, Buenos Aires, Lagos saranno costretti a spostarsi. Le zanzare potranno vivere in zone più estese. Questo porta ad una maggiore diffusione di malattie come la malaria di cui la zanzara è portatrice. Bambini e poveri ne saranno più spesso le vittime.

L’intensità e la frequenza delle piogge cambia, portando alla siccità e all’abbandono di terreni agricoli. Tante donne e uomini sono in fuga oggi e nel 2050 potrebbero essere plausibilmente 250 milioni. Uomini, donne e bambini che non scappano solo da guerre o persecuzioni o in cerca di una condizione di vita migliore. I profughi climatici non possono più vivere nella terra in cui sono nati e cresciuti a causa dei cambiamenti climatici, perché inondata o divenuta deserto.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità calcola che 150.000 persone muoiono ogni anno, oggi, a causa del cambiamento climatico. Questo numero aumenterà nei prossimi decenni. Risolvere il problema del cambiamento climatico è un modo per mettere in pratica i principi più fondamentali della nostra fede. L’insegnamento cattolico da tempo ci incoraggia a prenderci cura del Creato e delle persone più a rischio, trovando una soluzione al cambiamento climatico.

Ce lo ridiciamo con convinzione che molto si gioca a livello locale, a partire dai nostri comportamenti, dagli stili di vita che adottiamo, singolarmente, nelle famiglie e nelle comunità, nelle parrocchie nei nostri quartieri e nelle nostre città. E’ importante ritrovarsi uniti e impegnati assieme, oltre i confini, dal livello locale a quello globale, costruendo quella fratellanza universale per la giustizia climatica, come ci ricorda in modo accorato Papa Francesco.