Papa Francesco: “La Chiesa senza testimonianza è soltanto fumo”

I giovani ci chiedono “di accompagnare, di ascoltare, di dare testimonianza”. Lo ha detto il Papa, rispondendo a braccio al Circo Massimo alle domande dei giovani. “Se io cristiano, sia fedele laico, sia fedele laica, sacerdote, suora, vescovo, se noi cristiani non impariamo ad ascoltare le sofferenze, i problemi, a stare zitti e lasciar parlare – ha spiegato Francesco –  non saremo mai capaci di dare una risposta positiva e tante volte le risposte positive non possono darsi con le parole, ma rischiando se stessi con la testimonianza”. “Dove non c’è testimonianza, non c’è lo Spirito Santo”, ha ammonito il Papa: “Tra i primi cristiani si diceva: guardate come si amano. Sapevano ascoltare e poi vivevano come dice il Vangelo”.

“Essere cristiano non è uno status nella vita”, ha proseguito: “Ti ringrazio, Signore, che sono cristiano: questa è la preghiera del fariseo, dell’ipocrita. Questo è cristiano o no? No, questo scandalizza, questo è peccato”. “Ti ringrazio, Signore, perché non sono come gli altri”, ha incalzato Francesco: “Questo è cristiano? No. Dobbiamo scegliere la testimonianza”. “Una volta, a pranzo con i giovani a Cracovia – l’aneddoto –  un giovane mi ha detto: ho un compagno che è agnostico, cosa devo dirgli per fargli capire che la nostra è vera religione?”. “Incomincia a vivere come cristiano, sarà lui a domandarti perché vivi così”, la risposta del Papa. “Lo scandalo è una Chiesa formale, non testimoniale”, ha detto Francesco: “È una Chiesa chiusa, che non esce. Gesù ci insegna questo cammino di uscita da se stessi, il cammino della testimonianza. Lo scandalo è questo. Gesù bussa alla porta, ma da dentro, perché lo lasciamo uscire. Senza testimonianza lo teniamo prigioniero delle nostre formalità, delle nostre chiusure, del nostro egoismo, del clericalismo”. “Il clericalismo è una perversione della Chiesa, che non è solo dei preti ma di tutti noi”, il monito del Papa: “La Chiesa senza testimonianza è soltanto fumo”.

“I sogni sono importanti”, perché “un giovane che non sa sognare è un giovane anestetizzato, non potrà capire la vita, la forza della vita”. Lo ha detto il Papa, nel dialogo “botta e risposta” con i giovani al Circo Massimo, in cui ha esortato i presenti a “trasformare i sogni di oggi nella realtà del futuro” e a sognare in grande, stando alla larga dai “sogni della comodità e del benessere, che addormentano i giovani e che fanno di un giovane coraggioso un giovane da divano”. “E’ triste guardare un giovane da divano”, ha denunciato Francesco tornando su un tema a lui caro: “Giovani senza sogni, che vanno in pensione a 20, 22 anni”. “Un giovane che sogna va avanti, non va in pensione presto!”, ha esclamato Francesco: “I sogni grandi sono quelli che danno fecondità, perché pensano con il noi”. “Il contrario dell’io è il noi”, non il tu, ha precisato infatti il Papa: “I veri sogni sono i sogni del noi. I sogni grandi sono estroversi, condividono, generano nuova vita. E i sogni grandi hanno bisogno di una sorgente inesauribile di speranza, hanno bisogno di Dio per non diventare miraggi o delirio di onnipotenza”. “I sogni dei giovani fanno un po’ paura agli adulti”, ha proseguito Francesco: “Non lasciatevi rubare i vostri sogni”.

“C’è un ragazzo, qui in Italia, che cominciò a sognare alla grande”, l’esempio scelto dal Papa: “Questo giovane, un italiano del XIII secolo, si chiamava Francesco, e ha cambiato la storia dell’Italia. Francesco ha rischiato di sognare in grande. Non conosceva le frontiere, e sognando ha finito la vita. Era un giovane come voi, ma come sognava! Dicevano che era pazzo perché sognava così, e tanto bene ha fatto perché sognava continuamente”. “Un giovane che è capace di sognare diventa maestro, con la testimonianza, perché la testimonianza smuove i cuori”, ha detto Francesco: “Non si comprano i sogni, i sogni sono un dono, un dono che Dio semina nei vostri cuori. Ci sono dati gratuitamente, perché siano offerti gratuitamente agli altri”. No, allora, alla paura: “Siate voi pellegrini sulla strada dei vostri sogni, rischiate su quella strada. Perché la vita non è una lotteria, la vita si fa”. “Non ho mai conosciuto un pessimista che abbia compiuto qualcosa di bene”, ha affermato il Papa citando Giovanni XXIII ed esortando il “popolo” del Circo Massimo a ripeterlo: “Il pessimismo ti getta giù, non ti fa fare niente. E la paura ti fa pessimista”.

“Rischiate nell’amore, ma nell’amore vero, non nell’entusiasmo amoroso truccato da amore”. E’ uno dei compiti affidati dal Papa ai giovani, nel dialogo “botta e risposta” al Circo Massimo, in cui Francesco ha spiegato che “l’amore è questo: vendere tutto per comprare la perla preziosa di altissimo valore, per questo è l’amore, l’amore fedele”. “Se c’è infedeltà non c’è amore, o c’è amore malato, amore piccolo, che non cresce”, il monito di Francesco: “Non abbiate paura di pensare all’amore, ma all’amore fedele, che rischia, che fa crescere l’altro, che è fecondo. Ho visto, facendo il giro della piazza, alcuni bambini nelle braccia dei genitori: questo è il frutto dell’amore, del vero amore. Rischiate sull’amore”. “La libertà non ammette mezze misure”, ha detto il Papa scagliandosi contro la cultura dominante che dice: “Scelgo, però…”. “La libertà più grande è la libertà dell’amore”, ha proseguito: “Il vero amore viene quando vuole. Non è pericoloso, perché i giovani sanno bene quando c’è il vero amore e quando c’è l’entusiasmo truccato da amore. L’amore non è una professione, l’amore è la vita. Se l’amore viene oggi, perché devo aspettare tre, quattro, cinque anni per farlo crescere, per farlo stabile? Chiedo ai genitori di aiutare i giovani a maturare quando c’è l’amore: che l’a maturi, non spostarlo in avanti. Nella vita sempre prima l’amore, ma l’amore vero. Dovete imparare a discernere quando c’è l’amore vero e quando c’è l’entusiasmo”. “Il nemico più grande dell’amore è la doppia vita”, ha ammonito il Papa: “Se tu incominci ad amare la doppia vita, l’amore si perde, l’amore se ne va. L’amore non tollera mezze misure: o tutto, o niente. Per farlo crescere non vanno le scappatoie: deve essere sincero, aperto, coraggioso. Nell’amore devi mettere tutta la carne sulla grigliata, così diciamo noi in Argentina”. Nel matrimonio, ha ribadito Francesco, “il compito dell’uomo è fare più donna la moglie, o la fidanzata, e il compito della donna è fare più oumo il marito o la fidanzata. Questa è l’unità,  questo è l’ideale dell’amore e del matrimonio”.