«Il centro del mondo. Canto a una virtù dimenticata»: orazione civile in Duomo con Valter Malosti

«Il centro del mondo. Canto a una virtù dimenticata». E’ un’orazione civile, quest’anno, accanto alle celebrazioni religiose, il cuore della settimana di appuntamenti dedicati alla festa di Sant’Alessandro, patrono di Bergamo. Una serata di parole e di musica, a cura dell’assessorato alla cultura, in programma sabato 25 in Duomo (ore 21), con una drammaturgia creata per l’occasione da Valter Malosti, regista, attore e artista visivo, dallo scrittore Luca Doninelli e da Gabriele Allevi, direttore artistico del Festival di teatro sacro DeSidera, sulla virtù dell’Umiltà.
Nella parola «Umiltà» si nasconde la radice «humus», terra. L’umile è colui che tiene i piedi ben saldi a terra, è colui che non ama allontanarsi dalla realtà per inseguire disegni astratti. Sa creare cose splendide – dipinti, romanzi, poemi – ma sempre assecondando la vita, la sua varietà imprevedibile, la sua capacità di stupirci. Accetta il dolore come accetta la gioia, non una condanna il primo, non considera la seconda come un diritto. L’umiltà non è disistima di sé. Semplicemente, ci ricorda che noi non siamo il centro del mondo.
Malosti e Doninelli, figure di spicco del panorama culturale e teatrale italiano, sono partiti dalle antiche parole di Isaia (nella traduzione di Guido Ceronetti), accostandole in modo originale a quelle contemporanee per noi di David Foster Wallace (e in particolare dall’orazione civile Questa è l’acqua, che Wallace pronunciò nell’università dove insegnava tre anni prima di morire). Wallace ricorda che l’ascesi quotidiana a cui tutti dovremmo tendere, se vogliamo essere protagonisti della nostra vita, è quella da sconfiggere, quel default che ci fa credere di essere al centro di un universo di cui saremmo i sovrani assoluti. E conclude dimostrando, in termini completamente laici, l’imprenscindibilità della dimensione altra della vita. A queste parole Malosti presta la voce, dialogando con un’inaspettata partitura elettronica musicale creata da G.U.P. Alcaro e con lo speciale intervento del grande chitarrista Andrea Braido (chitarrista anche, tra gli altri, di Vasco Rossi). Un ruolo importante, nello spettacolo, verrà affidato anche al suono dal vivo del Campanone che questa volta non costituirà un elemento di disturbo, al contrario verrà ripreso, amplificato ed elaborato elettronicamente all’interno della Cattedrale, diventando parte integrante della musica di Braido. Il suono antico, segno identitario della città, sarà quindi strumento di invenzione sonora adatto a guidare gli spettatori in un salto nel tempo, dal remoto al contemporaneo.