L’attacco di mons. Viganò al Papa. Un dramma della Chiesa usato per finalità personali

Ho seguito con particolare attenzione la vicenda legata alle esternazioni di mons. Viganò, nunzio apostolico emerito, che nella sua testimonianza-documento ha accusato papa Francesco di aver coperto l’ex cardinale McCarrick (ex, perché Papa Francesco lo ha rimosso dal collegio cardinalizio) sulle questioni inerenti la pedofilia nella Chiesa americana e i membri del clero che se ne sono resi responsabili, tra i quali pare lo stesso porporato.

Mons. Viganò, Papa Francesco, le reazioni della gente

Ho letto parecchio materiale sul tema e diversi articoli interessanti, ma soprattutto ho seguito le reazioni della gente a commento degli articoli pubblicati sui social network dalle stesse testate giornalistiche. Mi sono fatto un’idea che provo ora ad esprimere. È una mia idea, ovviamente, ed è legata a ciò che ci è dato di sapere: lo dico per onestà, non essendo né un esperto in materia né a conoscenza dei fatti precisi. Questa condizione credo ci accomuni quasi tutti: parliamo sulla base di quanto ci è dato di sapere: giustamente, vista la delicatezza delle questioni trattate, sarà chi ha accesso agli atti a dare giudizi più obbiettivi.

Per tanta gente i preti sono tutti pedofili

In primis, quello che sento è un dolore profondo per la piaga della pedofilia nella Chiesa. È gravissimo che chi ha il dono del ministero sacerdotale, di qualunque grado, faccia del male ai più piccoli affidati alla cura delle comunità cristiane. Su questo tutto ciò che posso fare è pregare per le vittime e per i confratelli che si sono macchiati di questi delitti, perché si redimano e tornino sulla via del bene nei modi che la Chiesa stabilirà a seguito dei processi. Mi ha addolorato, in questi giorni, come prete, il vedere la facilità con la quale diversa gente ha identificato il prete con il pedofilo. È ingiusto e gravemente scorretto fare operazioni del genere: non tutti i preti sono pedofili e non tutti i pedofili sono preti. Purtroppo le violenze sono in tutti i luoghi, anche quelli che, come le famiglie stesse e le scuole, dovrebbero essere vissuti come spazi e tempi di cura amorevole per le generazioni che crescono. Con questo non voglio concedere attenuanti a quanto avviene nella Chiesa, assolutamente, ma questa precisazione era necessaria.

Le contraddizioni e le mezze verità dell’ex nunzio. Gli antichi nemici di Papa Francesco

A riguardo del documento di mons. Viganò, c’è voluto poco per verificare quanto questo fosse pieno di contraddizioni e mezze verità, che sono ben più gravi delle calunnie. Basti su questo la parola del Papa nel suo viaggio di ritorno dall’Irlanda; poi, ciascuno si faccia la sua idea. Quello che mi interessa sottolineare qui è la reazione immediata alle parole del nunzio emerito da parte di quella frangia da sempre ostile all’attuale Papa. Guarda caso, a poche ore dall’intervento di Viganò (avevo scommesso con un confratello che sarebbe successo) è giunta immediatamente la parola di un cardinale notoriamente contro papa Francesco, autore di un testo contro di lui e firmatario dei famosi dubia in occasione di Amoris Laetitia. Ora, se due più due fa quattro, l’attacco era preparato: quale migliore occasione per scagliarsi, insieme all’ex nunzio negli Stati Uniti e a buona parte del giornalismo americano, contro il Pontefice, proprio durante l’incontro mondiale delle famiglie a Dublino, alla presenza del Santo Padre?

Viganò cardinale mancato. E vendicativo

Peraltro, non è un caso che persone vicine al Vaticano parlino di un particolare risentimento dell’arcivescovo Viganò per non aver ricevuto la berretta cardinalizia, così come del risentimento del suddetto cardinale per il suo trasferimento da un ruolo importante in Vaticano a un altro decisamente meno rilevante. Questioni di potere dunque: a questa gente non importa nulla di aiutare il Papa e la Chiesa nella lotta al dramma della pedofilia, ma di rivendicare ruoli personali che ritengono un diritto. E questo è grave: quando il potere nella Chiesa non è vissuto come servizio al Vangelo fa solo male alla Chiesa stessa. I sostenitori di questa frangia non hanno mancato di esultare per queste parole e di additare, loro che sarebbero gli uomini e le donne di buona volontà che difendono la Tradizione autentica della Chiesa contro il Papa eretico (dicono loro…), tutti coloro che hanno pronunciato parole di vicinanza al Papa. “Papolatria”, hanno detto, addirittura affermando che il sostegno al Papa servirebbe a nascondere le sue colpe di copertura dei vescovi pedofili,  per cui dovrebbe dimettersi (ma non avevano detto che non è il vero Papa? Ora che è da attaccare lo è diventato improvvisamente?). Non conoscono proprio vergogna.

Eppure Francesco non è un Papa  che tace

Solo qualche nota: nel 2016 Papa Francesco, nel motu proprio “Come una madre amorevole”, ha inserito tra le cause gravi già presenti nel Diritto Canonico per la rimozione dei vescovi dal loro ufficio anche la negligenza relativa ai casi di abusi sessuali compiuti su minori ed adulti vulnerabili; qualche mese fa con un altro scritto ha inasprito le pene per i reati sessuali decretando la riduzione allo stato laicale per i condannati dopo regolare processo, ha stabilito che non ci sia interferenza ecclesiastica nella giustizia ordinaria e condannato anche il solo possesso di materiale pedopornografico; sempre qualche mese fa Papa Francesco ha inviato in Cile, paese sconvolto da molti gravi episodi di abuso compiuti da ecclesiastici, uno dei massimi esperti in materia, l’arcivescovo maltese Charles Scicluna: a seguito della sua relazione al Papa gran parte dell’episcopato cileno ha rimesso il mandato nelle mani del pontefice. Per finire, in Irlanda il Papa ha incontrato alcune vittime e non ha certo taciuto o coperto la gravità della situazione. Sarebbe Francesco un Papa che tace? Mi chiedo, alla luce dei fatti e con particolare dolore, se sia il Papa che vuole dividere la Chiesa, e non forse il carrierismo di qualche prelato, cha spaccia interessi suoi per amore per la Chiesa.

Concludo. Quando il Papa o un suo delegato ordinano un vescovo, alla consegna dell’anello affermano: “Ricevi l’anello, segno di fedeltà, e nell’integrità della fede e nella purezza di vita custodisci la santa Chiesa, sposa di Cristo”. Benissimo, sarò un “papolatra”, nessun problema: ma chi porta quell’anello ed è contro il Papa della Chiesa Cattolica, lo tolga e vada pure altrove.