Simone Agazzi: il servizio civile alla Caritas e al Nuovo Albergo Popolare, un’esperienza di speranza e di umanità

Il servizio civile è un’esperienza di volontariato che aiuta a crescere, soprattutto in Caritas: lo racconta l’esperienza di Simone Agazzi, civilista di Caritas, laureato in Diritti dell’Uomo ed Etica della Cooperazione Internazionale, da sempre volontario presso l’oratorio di Bagnatica.

La sua scelta per lo svolgimento del Servizio Civile è ricaduta su Caritas, nello specifico su un progetto dedicato al disagio adulto, un settore nuovo per lui, perché, come spiega “si tratta di una realtà soltanto sfiorata, perché appartiene a pochi”, aspetto, questo, che ha suscitato in lui non poche paure e dubbi.

Un anno di condivisione

Simone ha scelto, così, di dedicare un anno agli utenti del Nuovo Albergo Popolare, noto anche come Opera Bonomelli, di via Carnovali. Un anno intenso, lo definisce Simone, fatto di reciprocità, di straniamento rispetto al vivere quotidiano perché “quando entri all’Albergo Popolare, è come se abbandonassi la realtà, entrando nelle storie di persone lontane dal mio quotidiano”, di umanità, di condivisione.

Ho imparato ad ascoltare

Gli piace definire il Nuovo Albergo Popolare come una carica esplosiva di emozioni in cui tutti sono affacciati su un unico corridoio”. Il suo ruolo all’interno della comunità è stato quello di affiancamento nello svolgimento di attività di vita quotidiana, anche se la cosa che lo ha gratificato maggiormente è stata ascoltare, “all’inizio non ero capace ad ascoltare e mentre qualcuno parlava stavo già pensando alle attività che avrei dovuto svolgere dopo e, soprattutto, alla risposta migliore. Con il tempo, però, ho non solo imparato ma anche apprezzato l’ascolto, un ascolto attivo e vivo, senza risposte, ma fatto di sguardi e pacche sulla spalla”.

Del suo servizio civile ricorda l’umanità con cui è stato accolto da volti e mani, che gli hanno permesso di costruire relazioni, ma soprattutto ricorda la fragilità dell’impossibilità, di quando, nonostante la volontà, non si può fare tutto. Un’esperienza di impotenza, speranza, umanità: è così che riassume questo anno all’Albergo Popolare, per lui non ancora terminato, ma, dal quale, è certo, che la sua vita uscirà cambiata, ribaltata, appassionata.