Papa Francesco: udienza, “Non si può amare solo finché conviene. L’amore non può essere fino a nuovo ordine”

Papa Francesco: udienza, “la fedeltà è un modo di essere, uno stile di vita”. “Sono tanti gli adultèri da cui ci può salvaguardare la Sesta Parola”. Ne è convinto il Papa, che nella catechesi dell’udienza di oggi ha parlato di fedeltà a 360 gradi. “La fedeltà – ha spiegato – è un modo di essere, uno stile di vita. Si lavora con lealtà, si parla con sincerità, si resta fedeli alla verità nei propri pensieri, nelle proprie azioni. Una vita intessuta di fedeltà si esprime in tutte le dimensioni e porta ad essere uomini e donne fedeli e affidabili in ogni circostanza”. “Ma per arrivare ad una vita così bella non basta la nostra natura umana, occorre che la fedeltà di Dio entri nella nostra esistenza”, il monito di Francesco: “Questa Sesta Parola ci chiama a rivolgere lo sguardo a Cristo, che con la sua fedeltà può togliere da noi un cuore adultero e donarci un cuore fedele. In Lui, e solo in Lui, c’è l’amore senza riserve e ripensamenti, la donazione completa senza parentesi e la tenacia dell’accoglienza fino in fondo. Dalla sua morte e risurrezione deriva la nostra fedeltà, dal suo amore incondizionato deriva la costanza nei rapporti. Dalla comunione con Lui, con il Padre e con lo Spirito Santo deriva la comunione fra di noi e il saper vivere nella fedeltà i nostri legami”.

“Nel nostro itinerario di catechesi sui Comandamenti arriviamo oggi alla Sesta Parola, che riguarda la dimensione affettiva e sessuale”, e recita: “Non commettere adulterio”. Il richiamo immediato è alla fedeltà, e in effetti “nessun rapporto umano è autentico senza fedeltà e lealtà”. Ne è convinto il Papa, che nella catechesi dell’udienza di oggi – dedicata al sesto comandamento, “Non commettere adulterio” – ha parlato di fedeltà a tutto tondo, non come caratteristica esclusiva del matrimonio. “Non si può amare solo finché conviene”, ha spiegato: “L’amore si manifesta proprio oltre la soglia del proprio tornaconto, quando si dona tutto senza riserve”. “L’amore vuole essere definitivo. Non può essere fino a nuovo ordine”, il monito tratto dal Catechismo della Chiesa cattolica: “La fedeltà è la caratteristica della relazione umana libera, matura, responsabile”. “Anche un amico si dimostra autentico perché resta tale in qualunque evenienza, altrimenti non è un amico”, l’esempio scelto da Francesco: “Cristo rivela l’amore autentico, Lui che vive dell’amore sconfinato del Padre, e in forza di questo è l’Amico fedele che ci accoglie anche quando sbagliamo e vuole sempre il nostro bene, anche quando non lo meritiamo”.

“L’essere umano ha bisogno di essere amato senza condizioni, e chi non riceve questa accoglienza porta in sé una certa incompletezza, spesso senza saperlo”. È l’analisi del Papa, che partendo dalla Sesta Parola della Bibbia, “Non commettere adulterio”, ha messo in guardia dal rischio di “riempire questo vuoto con dei surrogati, accettando compromessi e mediocrità che dell’amore hanno solo un vago sapore”. “Il rischio è quello di chiamare ‘amore’ delle relazioni acerbe e immature, con l’illusione di trovare luce di vita in qualcosa che, nel migliore dei casi, ne è solo un riflesso”, ha specificato Francesco: “Così avviene di sopravvalutare l’attrazione fisica, che in sé è un dono di Dio ma è finalizzata a preparare la strada a un rapporto autentico e fedele con la persona”. Poi la citazione di San Giovanni Paolo II, che nelle sue celeberrime catechesi sul corpo spiegava che l’essere umano “è chiamato alla piena e matura spontaneità dei rapporti”, che “è il graduale frutto del discernimento degli impulsi del proprio cuore”. “È qualcosa che si conquista – ha detto il Papa sulla scorta del suo predecessore – dal momento che ogni essere umano deve con perseveranza e coerenza imparare che cosa è il significato del corpo”.

“La chiamata alla vita coniugale richiede un accurato discernimento sulla qualità del rapporto e un tempo di fidanzamento per verificarla”. Lo ha spiegato il Papa, che nella catechesi di oggi, dedicata al sesto comandamento, si è soffermato a braccio sulla necessità di “un catecumenato” per il matrimonio. “E per questo prima di ricevere il sacramento di matrimonio ci vuole un’accurata preparazione, direi un catecumenato, perché si gioca tutta la vita con l’amore, e con l’amore non si gioca”, le sue parole. “Per accedere al sacramento del matrimonio, i fidanzati devono maturare la certezza che nel loro legame c’è la mano di Dio, che li precede e li accompagna, e permetterà loro di dire: ‘Con la grazia di Cristo prometto di esserti fedele sempre”‘, ha proseguito Francesco. “Non si può dire ‘preparazione al matrimonio’ per tre o quattro conferenze tenute in parrocchia”, il monito ancora a braccio: “Questa non è preparazione, è finta preparazione, e la responsabilità di chi fa queste cose ricade su di lui, sul parroco, sul vescovo che fa queste cose”. I futuri sposi “non possono promettersi fedeltà ‘nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia’, e di amarsi e onorarsi tutti i giorni della loro vita, solo sulla base della buona volontà o della speranza che la cosa funzioni”, ha detto il Papa: “Hanno bisogno di basarsi sul terreno solido dell’Amore fedele di Dio”. “Ci vuole tempo”, ha aggiunto: “Il matrimonio non è un atto formale, è un sacramento, e si deve preparare con un vero catecumenato”.

Foto Vatican Media – Sir