Pietro Gamba, medico dei campesinos, racconta la sua storia a Seriate

Pietro Gamba, medico dei campesinos, missionario laico in Bolivia tra i più poveri, è ospite di un incontro organizzato dall’associazione culturale Il greto il 26 novembre alle 20,45 al Teatro Aurora di Seriate. Il dottor Gamba dialogherà con il vescovo di Bergamo Francesco Beschi e con Antonio Voceri, giornalista e scrittore. La serata è un’occasione per presentare il romanzo autobiografico “El gringo loco” (Edizioni San Paolo) che racconta l’esperienza del medico bergamasco nelle zone povere della Bolivia.

LA STORIA DI «EL GRINGO LOCO»

Il giovane perito meccanico Pietro Gamba salpa nel settembre del 1975 dal porto di Genova, direzione Cile. La sua meta è la Bolivia, dove è chiamato a tre anni di servizio civile come missionario laico. Giunto a La Paz, presso la Ciudad de los Niños, comprende che il lavoro all’orfanotrofio non corrisponde al suo desiderio di vivere al servizio dei più poveri. Si trasferisce quindi a Sacaba, nel distretto di Cochabamba, per poi spingersi ancora oltre, fra le più isolate e povere comunità di campesinos.

Arriva così a Challviri – poche case sparse in una vallata a 3.800 metri di altitudine – dove si ferma per oltre due anni, tra privazioni fisiche e sofferenze psicologiche di ogni sorta, provando sulla propria pelle la povertà più estrema. In quella comunità, tuttavia, scopre anche il vero senso della vita, dell’amicizia e di una spiritualità che non avrebbe mai creduto tanto profonda.

Nel gennaio del 1978, un’epidemia di morbillo mette Pietro al cospetto di drammi inaccettabili che lo spingono a una decisione in apparenza folle: tornare in Italia a ventisei anni compiuti, iscriversi a Medicina e diventare il medico dei campesinos, il dottore degli ultimi.

Sette anni più tardi, il dottor Pietro Gamba torna in Bolivia con il supporto di un’associazione e di tanti benefattori, e realizza ad Anzaldo l’ospedale che tutt’oggi è al servizio della gente più umile, in un luogo in cui la salute non era un diritto. Sul proscenio mozzafiato delle Ande, scorrono avventure e incontri, scoperte e drammi, da La Paz a Cochabamba, da Challviri ad Anzaldo, sotto lo sguardo malinconico delle stelle della Bolivia.

CHI È ANTONIO VOCERI, AUTORE DEL VOLUME

Nato a Mantova nel 1968, si laurea in Scienze Motorie a Verona, per poi intraprendere la carriera di giornalista, prima alla Voce di Mantova, poi come inviato del Corriere dello Sport, infine in diverse testate televisive a Milano, dove vive tuttora con la famiglia. Giornalista professionista dal 2000, inizia nel 2001 a collaborare col laboratorio di satira politica di Zelig. Ha all’attivo due pubblicazioni umoristiche, scritte con Alberto Patrucco: Vedo Buio, manuale del pessimismo comico (Mondadori, 2006) e Necro-Logica, un libro lapidario (Foschi, 2010). Nel 2013 scrive l’autobiografia della campionessa mondiale di boxe e kickboxing Stefania Bianchini, dal titolo La combattente, autoritratto di una donna sul ring (Limina, 2013). In precedenza, partecipa al volume corale Quaderni dell’Arcimatto. Studi e testimonianze per Gianni Brera (Fuorionda Edizioni, 2012). Secondo classificato al Concorso Nazionale per il Racconto Sportivo del Coni (1999) scrive, sempre con Alberto Patrucco, alcuni spettacoli di teatro-canzone tra i quali Degni di nota, tra Giorgio Gaber e Georges Brassens, con Alberto Patrucco e Andrea Mirò. Oggi si occupa di editoria per l’infanzia.