“Di casa in casa” da Bonate a Mapello: i giovani fanno volontariato e ottengono un alloggio

Comprare casa e andare a vivere da soli per i giovani è ormai diventato un passo difficile e non sempre realizzabile. La mancanza di una stabilità economica e la scarsa autonomia sono spesso le principali cause dell’attaccamento al nucleo famigliare. Se per le situazioni economiche di ciascuno non si possano compiere miracoli, si può, però, lavoro sul secondo aspetto andandosi a costruire una propria indipendenza.
Nato dalla collaborazione delle Acli Provinciali di Bergamo, il Gruppo Aeper, la fondazione Casa Amica, la Caritas diocesana bergamasca e sostenuto economicamente dalla fondazione Comunità Bergamasca, il progetto “Di casa in casa” ha come obiettivo il raggiungimento dell’autonomia da parte dei giovani coinvolti e non solo. “Il progetto offre ai giovani, dai ventidue a i ventotto anni, la possibilità di abitare a titolo gratuito in una delle case messe a disposizione per un anno. Ciò che viene chiesto in cambio sono le spese dell’utenza e il praticare volontario sul territorio. – racconta Corrado Maffioletti – Non solo perché l’esperienza possa avere un respiro più ampio, ma anche perché abbiamo a cuore la crescita personale di ogni giovane che partecipa al progetto e la crescita della comunità ospitante”.
Ad oggi le sedi attive nella provincia bergamasca sono ad Alzano Lombardo con la possibilità di ospitare tre giovani, a Bonate Sotto pronta ad accogliere altri due ragazzi e, grazie a nuovi finanziamenti e alla disponibilità dell’ex-appartamento del curato, sarà presto attiva anche una sede a Mapello che potrà ospitare altre sei persone. “Grazie alla collaborazione della Caritas diocesana –continua Corrado- sarà possibile includere nel progetto anche due migranti con il permesso di soggiorno”.
Le attività di volontariato in cui i giovani posso operare sono diverse: si va dallo spazio compiti dedicato ai più piccoli al servizio da svolgere in biblioteca, dalla cura dell’ambiente all’assistenza degli anziani. “Ai giovani è chiesto di interagire con la comunità e di essere d’aiuto dove richiesto. In questo percorso, però, non sono soli. –spiega Corrado- I ragazzi sono seguiti da una figura educativa perché possa esserci un rapporto sano tra i giovani e la comunità ospitante accompagnato anche da una buona e curata crescita personale”.
Fino ad oggi il progetto “Di casa in casa” ha coinvolto una quindicina di giovani grazie alle diverse strutture offerte da comuni, parrocchie e associazioni. “L’obiettivo che ci poniamo- conclude Corrado- è quello di continuare a fare crescere sempre più giovani nella loro autonomia e nel loro spirito di servizio”. Un buon punto di partenza per un futuro migliore.