Italia-Ue: evitata la procedura di infrazione. Dombrovskis, “situazione non ideale” per i conti pubblici

L’Italia evita la procedura di infrazione per deficit eccessivo: lo conferma al termine della riunione odierna della Commissione europea il vicepresidente Valdis Dombrovskis, affiancato in sala stampa al palazzo Berlaymont dal commissario Pierre Moscovici. “Dopo una discussione lunga e approfondita, con interventi di molti commissari, si è giunta a questa decisione, che ora richiede che il governo italiano realizzi tutte le misure programmate”. “Il governo italiano ha compiuto molta strada”, afferma Dombrovkis, che ringrazia personalmente “il premier Conte e il ministro Tria” per l’impegno dimostrato nel dialogo con Bruxelles. Il governo di fatto corregge sensibilmente il bilancio 2019 presentato a ottobre e richiamato dalla Commissione e dai ministri finanziari degli altri Paesi dell’Eurozona. “La soluzione non è ideale – spiega il vicepresidente dell’esecutivo – ma evita la procedura e corregge una situazione di non conformità al Patto”.

“Abbiamo pienamente salvaguardato la nostra impostazione della manovra di bilancio, non abbiamo ceduto sui contenuti certi degli effetti virtuosi che nel medio periodo una manovra espansiva potrà determinare sul tessuto economico e sociale e comunque fermi nelle determinazioni assunte con il contratto di governo, cioè rispondere all’esigenza fortemente invertita di invertire le politiche di rigore che negli anni passati hanno aggravato la crisi determinando una forte compressione dei redditi, una riduzione dei consumi, un generale impoverimento di ampie fasce della popolazione”. Lo ha affermato il presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, nel corso dell’informativa al Senato sulla manovra economica. Il premier ha ripercorso il cammino di dialogo con la Commissione europea, rivolgendo ai senatori un “sentito ringraziamento per la comprensione mostrata in questi giorni durante i quali l’iter di esame del disegno di Legge di bilancio ha proceduto con lentezza, scontando un ritardo rispetto ai tempi previsti”. “I rinvii – ha sottolineato – non sono stati causati da incertezze interne alla maggioranza di governo” ma dalla “complessa interlocuzione che è intercorsa con le istituzione dell’Unione europea alla quale abbiamo dedicato le nostre più risolute energie e il nostro più intenso impegno”. È stato un “negoziato caratterizzato da forti connotazioni politiche, seppur dipanata da un serrato confronto tecnico di natura finanziaria e contabile”, ha osservato Conte, rivendicando che “i canali del dialogo non si sono mai interrotti” e che “abbiamo lavorato per avvicinare le posizioni senza mai arretrare rispetto agli obiettivi che con il voto del 4 marzo gli italiani hanno ritenuto prioritari nell’azione di governo”. “La procedura d’infrazione per disavanzo eccessivo” indicata dalla Commissione europea era “una prospettiva che andava evitata”.