Le iscrizioni per l’anno scolastico 2019/2020 sono partite ufficialmente, con la procedura di registrazione online, il 27 dicembre scorso, Dal 7 gennaio scatta la fase di iscrizione vera e propria. Nei giorni scorsi, ecco il consueto messaggio che accende i riflettori su un aspetto importante del curricolo di ogni scuola: l’Irc, occasione di conoscenza e approfondimento del cattolicesimo – i cui principi fanno parte del “patrimonio storico del popolo italiano” – e, insieme, proposta educativa e occasione di crescita rispetto alle tematiche religiose, secondo le finalità della scuola italiana, che prevedono la formazione globale dell’uomo e del cittadino.
Proprio questo aspetto è ripreso nel messaggio della Presidenza dei vescovi italiani, dove si ricorda tra l’altro come, negli anni, proprio l’Irc abbia saputo farsi apprezzare da studenti e famiglie che ancora in grande maggioranza scelgono di avvalersene.
È interessante questo dato, che potrebbe sembrare in controtendenza rispetto ai fenomeni di secolarizzazione, se non di scristianizzazione, che pure interessano la società italiana e non solo. Viene da pensare alla persistenza delle grandi domande di fondo dell’esistenza, alla loro continua attualità, nonostante la banalizzazione di una certa cultura dominante. Domande che interessano in particolare i giovani e che chiedono di essere ascoltate, cercano “luoghi” e “persone” in cui e con cui esprimersi, confronti e approfondimenti per abbozzare risposte. Il messaggio sull’Irc cita tra l’altro il documento finale del recente Sinodo dei giovani, i quali “sono chiamati a compiere continuamente scelte che orientano la loro esistenza; esprimono il desiderio di essere ascoltati, riconosciuti, accompagnati… In vari contesti si registra una scarsa attenzione al loro grido, in particolare a quello dei più poveri e sfruttati, e anche la mancanza di adulti disponibili e capaci di ascoltare”.
Questo “richiamo” non può non interessare il mondo della scuola, nel quale – dice ancora il Messaggio – “l’Irc intende essere proprio un’occasione di ascolto delle domande più profonde e autentiche degli alunni, da quelle più ingenuamente radicali dei piccoli a quelle talora più impertinenti degli adolescenti”. Insegnanti preparati, indicazioni didattiche appropriate: queste le risorse a disposizione.
Ecco allora, ancora una volta, il valore di una scelta che caratterizza il percorso scolastico. L’Irc è un tassello prezioso del curricolo, del cammino di crescita complessiva degli studenti. Permette di incontrare temi e questioni decisive, a partire da quella dell’incontro con l’altro e l’Altro, con Gesù, in modo culturalmente attrezzato, nell’ambito di una proposta formativa curata e specifica. “Non si tratta di fare proselitismo – ricorda il Messaggio Cei, citando il Papa – ma di offrire un’occasione di confronto per lasciare che ognuno possa, nell’intimo della propria coscienza, trovare risposte convincenti”.