Giovani e mondo: non è così facile attraversare le frontiere. Un incontro “Sulla soglia” con la Fuci

“Giovani e mondo” è il titolo del terzo incontro “Sulla Soglia – scritture e risonanze”, venerdí 11 Gennaio nella Chiesa di Sant’Andrea, dialogheranno attorno a temi quali: globalizzazione, internazionalizzazione e mondialità il Prof. Matteo Kalchschmidt, prorettore delegato all’internazionalizzazione dell’Università di Bergamo e Don Andrea Mazzoleni, direttore del Centro Missionario Diocesano. I dati di Eurobarometro della primavera dello scorso anno ci consegnano il ritratto di giovani più europeisti rispetto alle precedenti generazioni.

Grazie infatti a Ryanair, FlixBus, BlaBlaCar o progetti come Erasmus e Interrail questa generazione può sperimentare con estrema facilità la mobilità su tutto il vecchio continente, sentendosi cittadina europea e alimentando la fiducia verso le istituzioni.

Avere amici e partner in un altro paese europeo è diventata una consuetudine, ma se i loro nonni per comunicare con persone lontane, dovevano attendere i “grandi ritorni” o affidare alle parole di una lettera i loro pensieri, per i giovani di oggi bastano poche decine di euro per raggiungere una qualsiasi capitale europea.

Malgrado ciò secondo Eurostat nel 2017 la percentuale di italiani che non ha soggiornato almeno una notte all’estero corrisponde all’87%.

Questo dato insieme a quello relativo al numero dei possibili partecipanti ha preso parte al Progetto Erasmus ci permette di constatare che quello della “Generazione Erasmus” non è che un mito.

Davanti a questi numeri è necessario chiedersi perché le frontiere talvolta percepite aperte o addirittura inesistenti siano nella realtà così difficili da attraversare, come è possibile che cresca tra i giovani elettori, come espresso dai dati delle ultime elezioni politiche, il consenso verso proposte politiche nazionaliste e antieuropeiste.

Il rapido sviluppo delle vie di comunicazione ci ha forse portato in una bolla dove improvvisamente tutti sembrano in coda al gate di un aeroporto e allontanato dal chiederci quanto siamo davvero disposti a vedere del mondo?