Al Macs di Romano «Un’Opera al Mese»: un incontro per riscoprire Giambattista Caniana, maestro del legno

Al Macs di Romano una domenica in ricordo dell’architetto romanese Giambattista Caniana, in occasione dell’appuntamento mensile «Un’Opera al Mese». «Fu un uomo di buoni ed onorati costumi, schietto, e sincero, di molto ingegno, tardo però, e timoroso, perciò avanti di produrre il suo parere rifletteva molto e pensava, sempre indefesso alla fatica, ed amante di sua professione», così scriveva Francesco Maria Tassi nelle sue Vite de’ pittori, scultori e architetti  bergamaschi. Durante la serata, è intervenuto l’architetto Riccardo Panigada, docente di Storia dell’Arte all’Istituto Mascheroni di Bergamo e  rettore della rete museale di Alzano Lombardo.

Giambattista Caniana nacque a Romano di Lombardia l’8 maggio 1671 dal padre Antonio falegname di quadratura e dalla mamma Caterina Vicinelli di Cividate.  Mentre i fratelli maggiori cominciarono ad apprendere la professione del padre, Giambattista stava frequentando le prime scuole di grammatica. Alla morte del padre, la madre fece proseguire gli studi a Giambattista e venne mandato a Venezia per imparare un mestiere. Giambattista Caniana rimase un anno e a seguito della morte della madre, fece ritorno a Romano di Lombardia per volere del fratello maggiore che desiderava fargli imparare la professione di famiglia. Qui, Giambattista cominciò a studiare il disegno, l’arte dei rimessi, la tarsia e l’architettura.
Nel 1691, i tre fratelli Caniana lavorarono nella costruzione di una serie di armadi delle Sagrestie di Alzano Lombardo, dove Gian Battista Caniana conobbe Andrea Fantoni con il quale instaurò un profondo rapporto di amicizia. Tre anni dopo, nel 1694, Gian Battista Caniana si sposò con Brigida Erba di Alzano Lombardo dalla quale ebbe dieci figli; Gian Battista si trasferì ad Alzano definitivamente prendendo dimora e installando la sua bottega.
Durante la sua lunga carriera, Giambattista Caniana realizzò innumerevoli opere che coprirono l’intera provincia di Bergamo e la località della Val Camonica.

Particolarmente importante fu l’esecuzione degli armadi nella seconda e terza sagrestia della Basilica di San Martino ad Alzano Lombardo. Questa «chiesa nella chiesa», come sottolinea il relatore Riccardo Panigada, ha tre sagrestie che rappresentano ancora oggi un complesso itinerario artistico. La prima sagrestia era stata realizzata dal padre di Andrea Fantoni, Grazioso Il Vecchio che eseguì insieme ad altri sui collaboratori i sei armadi o “credenzoni” che rappresentano i Padri della Chiesa quali Sant’Agostino, Gerolamo, Gregorio Magno, Ambrogio, una serie di angioletti e degli elementi vegetali di richiamo fortemente simbolico. La seconda sagrestia è un “gioiello complesso” perché fu frutto di varie collaborazioni di artisti del periodo barocco lombardo: i soffitti raffiguranti delle allegorie, al centro il grandioso altare del Peracca marmoreo, la medaglietta ovale in uno degli inginocchiatoi di Andrea Fantoni e Giambattista Caniana emerse nell’incredibile abilità di intarsio nel rappresentare delle figure religiose e allegoriche di animali fantastici e reali. Invece, la terza sagrestia, oltre agli affreschi di Gerolamo Sala e Giulio Quaglio che rappresentarono delle scene dell’Antico Testamento, nel 1694 a Gian Battista Caniana venne affidato l’incarico per la realizzazione degli arredi lignei; qui, si avvalse della collaborazione con i suoi figli, tra cui la più giovane Caterina.

Sempre ad Alzano Lombardo, Giambattista Caniana progettò anche la chiesa di San Michele Arcangelo.
Nel 1714, a Romano di Lombardia Giambattista Caniana fece edificare la chiesa di Santa Maria Assunta e San Giacomo Maggiore con un doppio campanile. Successivamente operò anche a Città Alta dove ristrutturò la chiesa di San Michele all’Arco (ora usata per l’archivio della Biblioteca Angelo Mai) che disponendo il nuovo ingresso su Piazza Vecchia. Nel 1720, a Grumello del Monte nella chiesa della Santissima Trinità, Giambattista Caniana riuscì a dare un tocco di solennità di grande semplicità, mentre nella chiesa di San Pietro di Tagliuno, frazione di Castelli Calepio c’è un pulpito pregiato. A seguire, nella basilica dell’Assunta a Gandino Giambattista realizzò quattro confessionali accompagnati con le sculture dell’amico Andrea Fantoni, a Cenate Sopra ampliò la chiesa intitolata a San Leone mentre a Sale Marasino ne costruì una nuova tra il 1737 e il 1754.
Infine, non si possono non menzionare i progetti delle planimetrie ad opera  di Gian Battista Caniana di varie chiese: la Parrocchiale di Pradalunga dedicata a San Cristoforo e San Vincenzo, il santuario della Madonna della gamba ad Albino (ampliato nel 1740), il santuario di San Patrizio a Colzate, la chiesa di San Pietro a Scanzo di cui notevole valore sono la cupola sopra il presbiterio e le decorazioni con inserimenti “rococò” , la Parrocchiale di Cologno al Serio,  la Parrocchiale di Torre Boldone e Gerosa in cui sono contenuti i suoi altari e la chiesa di Serina.

Giambattista Caniana morì a 83 anni ad Alzano Lombardo nel 1754. L’attività di famiglia proseguì con i figli Caterina (1697-1784), Giuseppe (1709-1761), Giovanni Antonio e Martino Bonifacio fino all’ultima figura attiva della famiglia Caniana, Sisto (1783-1860) che progettò il Monastero della Visitazione ad Alzano Lombardo.