Ambienti digitali per la didattica: una sfida cruciale per la scuola di oggi

“Avere ambienti didattici adeguati alle esigenze di studenti e docenti di oggi è una sfida fondamentale”. Così il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti commentava, nel novembre scorso, la messa a disposizione di un pacchetto di risorse importanti per la scuola digitale. Un decreto appena firmato stanziava ben 35 milioni di euro e, in particolare, una buona parte veniva destinata alla realizzazione di ambienti didattici innovativi. “Dobbiamo ripartire dal Piano Nazionale per la Scuola Digitale e migliorarlo”, spiegava il ministro, insistendo sulla necessità di mettere ”la nostra scuola nelle condizioni di accogliere il cambiamento e governarlo, sfruttando e valorizzando il contributo delle nuove tecnologie”. Per raggiungere l’obiettivo, sempre il ministro sottolineava la necessità di ascoltare le proposte e le idee provenienti dalle stesse istituzioni scolastiche, valorizzando le prassi virtuose e la creatività delle diverse realtà distribuite in tutta Italia. Innovazione, dunque, ma da innestare su processi già avviati. Così concludeva Bussetti: “Partiamo da questo pacchetto di risorse e da uno stanziamento importante, oltre 22 milioni, per gli ambienti didattici innovativi che sono fondamentali per incidere sulla didattica. Mettiamo in campo anche risorse per la formazione dei ragazzi e per diffondere le migliori pratiche didattiche”.
Le scuole hanno avuto due settimane di tempo, in dicembre, per presentare i loro progetti. I riflettori si sono accesi sulla possibilità di creare ambienti di apprendimento che potessero integrare le didattiche legate all’innovazione digitale. Con una convinzione di fondo: parlare di scuola digitale non significa solo valorizzare l’uso delle nuove tecnologie, ma anzitutto raccogliere la sfida di riconsiderare le stesse modalità dell’apprendimento scolastico. Anche perché il contesto abituale di “aula” non è più adeguato per una didattica che va oltre i riferimenti abituali, insistendo su concetti come multidisciplinarietà e flessibilità, con attenzione per esempio alla realtà virtuale e aumentata, da integrare nell’esperienza scolastica.
All’iniziativa del Miur hanno risposto oltre 5.000 istituzioni scolastiche e nei giorni scorsi il ministero ha pubblicato la graduatoria dei progetti finanziati, ben 1.115 di cui 663 nel I ciclo di istruzione e 452 nel secondo. Le Regioni con il maggior numero di progetti approvati – informa il Miur – sono Campania (152) e Lombardia (130), seguite da Piemonte (119), Lazio (88), Veneto e Puglia (entrambe queste ultime con 78 progetti ciascuna approvati).
Indubbiamente la partecipazione delle scuole è stata importante e probabilmente superiore alle attese. Fa riflettere su quanto le realtà scolastiche siano in movimento. Non di rado si pensa alle scuole sottolineando le difficoltà, che indubbiamente attraversano. Tuttavia ogni volta che vengono messe alla prova riescono a mettere in campo creatività ed entusiasmo, capaci anche di superare, spesso, carenze croniche di risorse.
Questo per la scuola digitale è un passo avanti significativo. L’auspicio è che gli investimenti non si fermino e che il Piano nazionale per la scuola digitale metta in modo una reale innovazione.