Casa accogliente e vissuta da tutti: l’oratorio di Redona riparte da qui

Un ingresso piccolo, ma accogliente, con una scritta chiara e precisa: “Oratorio casa per tutti”. Si presenta così l’entrata dell’oratorio di Redona che sembra nascondersi, ma è pronta ad accogliere chiunque si presenti alla sua porta. A Redona l’oratorio si fa nuovo e lo scorso 20 gennaio è stato protagonista di un’inaugurazione record alla quale hanno partecipato circa novecento persone tra cui anche il sindaco Giorgio Gori e il vescovo Francesco Beschi.

“L’oratorio di Redona –spiega don Gabriele Mazzoleni, curato dell’oratorio- era atteso ormai da trent’anni. È sempre stato un luogo di ritrovo e aggregazione, ma anche di rete a livello civile e sociale. Questo posto ha sempre avuto un ruolo fondamentale nel mantenere le relazioni sul territorio. La struttura negli anni è diventata man mano più fatiscente e difficile da utilizzare quindi abbiamo iniziato a coltivare questo sogno. Qualche anno fa, con il parroco nuovo e i cambiamenti a livello civile, abbiamo visto un’opportunità e siamo riusciti a far partire i lavori l’anno scorso”.

Il ruolo che gioca un oratorio per la propria comunità è anche legato ai valori che esso trasmette. “L’oratorio è un punto fondamentale di aggregazione –spiega Lucia, volontaria ventiquattrenne- un posto in cui si possono conoscere nuove persone di diverse età”.  Un luogo d’incontro tra generazioni, come ricorda Davide, un altro volontario di 29 anni: “È un luogo in cui i ragazzi e gli adulti si possono ritrovare, divertire e scambiarsi idee. Insieme si collabora per la crescita dell’intera comunità”.

“Gioia, rispetto e Gesù” ha le idee chiare don Gabriele nel descrivere l’oratorio e ai pilastri indicati si aggiungono le fondamenta raccontate dai giovani. “L’oratorio è comunità, divertimento e novità perché speriamo nascano nuove opportunità per tutti” sottolinea Lucia e il concetto viene ribadito anche da Davide che definisce l’oratorio come luogo in grado di accogliere tutti, un luogo in cui si respira aria di uguaglianza.

Dar vita a un nuovo oratorio significa anche avere grandi aspettative nei confronti del futuro. I giovani di Redona immaginano un avvenire ricco di entusiasmo e umanità per il loro oratorio. “Spero che questo luogo sia pieno –dice Lucia-. Pieno di bambini, di giovani, di famiglie”. Il desiderio di vedere un oratorio vivo e vissuto non appartiene solo ai volontari, ma abita anche nei pensieri di don Gabriele: “Immagino un oratorio con il clima che stiamo vivendo in questi giorni, ma in modalità più ordinarie. Immagino un luogo vissuto. Magari si romperà, ma se si romperà perché vissuto… tanta roba!”.