Più posti negli asili nido e alloggi ad affitto agevolato: iniziative per sostenere la natalità

Secondo la relazione 2017 al Parlamento sulla legge 194 (approvata quarant’anni fa, nel 1978) nel 2017 le vendite delle pillole abortive “dei tre o cinque giorni dopo” in Italia sono state 560.081, più delle nascite avvenute nello stesso anno, in tutto 458.151. Secondo i dati Istat 2017 (i più recenti al momento disponibili) le interruzioni volontarie di gravidanza sono state circa 80.500, quasi 50.000 nella fascia d’età 25-39 anni. Nello stato di New York l’aborto recentemente è stata approvata una legge che consente l’aborto anche oltre la ventiquattresima settimana. In questo contesto – anche solo guardando i numeri – ci sembra davvero deludente e fuori luogo la polemica che ha portato nei giorni scorsi a Bergamo il Consiglio delle donne al ridimensionamento del seminario di cui parliamo in questo articolo e quindi al ritiro dalla manifestazione del Centro di Aiuto alla Vita che aveva avuto una parte importante nel promuoverlo e organizzarlo. Il Cav è fra l’altro un’associazione che non limita – come è stato invece detto – la scelta delle donne, non conduce una sterile propaganda anti-aborto , bensì lavora concretamente, in silenzio e con moltissimo impegno, nonostante la scarsità di risorse (si appoggia su volontariato e donazioni), per aiutare le donne a “rimuovere gli ostacoli” che le potrebbero costringerle ad abortire. Lo fa distribuendo aiuti economici, vestiti, alimenti per neonati, passeggini, aiutando le famiglie a trovare casa e lavoro, mettendo in atto, dove possibile, sostegno alla cura dei bambini e offrendo ascolto e appoggio psicologico. Esprimiamo all’associazione il nostro sostegno e la nostra solidarietà, e riportiamo comunque ciò che è emerso dalla giornata di studio, costruita sull’analisi demografica e sulle possibili politiche di sostegno alle nascite, con la convinzione che le vere alternative all’aborto siano la prevenzione e un intelligente e concreto sostegno alle donne che vogliono ricorrervi per ragioni economico-sociali (Il testo in corsivo è una nota del direttore).

“Nascere a Bergamo: presente e prospettive future”: questo il titolo del seminario sulla natalità e sul ruolo di madre, presentato da Regina Barbò, referente della prima Commissione del Consiglio delle Donne, che si è tenuto a Bergamo sabato 9 febbraio nella sala Galmozzi di via Tasso per celebrare il quarantunesimo anniversario della Giornata della vita. Tra le tematiche affrontate, il problema della natalità a Bergamo, il lavoro, gli aiuti socio assistenziali alle neo-mamme e la gravidanza intesa come un processo fisiologico da affrontare con serenità e consapevolezza. Come ha sottolineato l’assessore alla coesione sociale Maria Carolina Marchesi: “Il consiglio delle donne ha fatto molto in questi anni dal 2014 al 2019 in stretta collaborazione con gli assessorati competenti ma anche in sinergia con tutte le istituzioni e le numerose realtà attive nell’ambito sia sanitario che sociale presenti sul territorio”. Uno dei lavori più importanti che la commissione ha portato avanti nel 2018 è stata quella in collaborazione con il Dipartimento Dipendenze di HPG23 per la campagna mondiale di prevenzione della sindrome feto-alcolica, volta a sensibilizzare la popolazione femminile sui gravi danni che l’assunzione di alcolici in gravidanza può causare al nascituro. Una realtà importante, quella del Consiglio delle donne che ha operato e opera a Bergamo, una città che nell’ultimo anno ha riscontrato un aumento delle nascite rispetto all’anno passato ma con un tasso di natalità ancora troppo basso (e un saldo negativo tra nascite e morti, come spieghiamo meglio qui) e che comporta non poche preoccupazioni rispetto al futuro della nostra comunità. Un problema che si lega a quello del lavoro e della casa, infatti proprio per questo sono state avviate politiche di aiuto all’inserimento nel mondo del lavoro di donne svantaggiate, oltre all’introduzione del sistema dell’housing sociale che permette di affittare alloggi a basso costo a persone svantaggiate, come per esempio le giovani madri o coppie con figli. “Quest’anno – ha continuato l’assessore Marchesi – sono già stati assegnati 270 alloggi di questo tipo, con un affitto intorno ai 200 euro e altri 170 saranno assegnati quest’anno”. Passi in avanti quindi per promuovere la natalità a Bergamo, come anche l’ingresso della nostra città nel network: “Città amiche della famiglia”. Questo ha infatti comportato, sempre con l’aiuto del Consiglio delle donne, lo sviluppo di altri progetti importanti come l’aumento di posti negli asili nido e il cambiamento degli orari di questi ultimi per conciliare il tempo di vita e lavoro dei genitori. Altra iniziativa introdotta sul territorio è stata quella di aumentare gli sconti per fratelli e sorelle che frequentano la mensa scolastica e l’introduzione di iniziative post-scolastiche che possano impegnare i bambini in attività educative in un luogo sicuro, dando tempo ai genitori di terminare il turno di lavoro. Politiche importanti che si spera possano aiutare le famiglie a vivere con maggior serenità la loro condizione di genitorialità a partire dagli inizi di questa grande avventura, ovvero dalla gravidanza, che come ci ricorda Nadia Rovelli, delegata Ordine Professione Ostetrica Lombardia: “Deve essere vissuta come un’esperienza normale e naturale proprio come il primo contatto fisico della neomamma col bambino al momento della nascita”.