“Partirono senza indugio. La Chiesa e la sfida dei giovani. Quale cammino dopo il sinodo?” È il tema del dialogo in programma per il 26 marzo alle 20,30 nell’aula Orlandi del Seminario vescovile Giovanni XXIII (Città Alta, via Arena 11). Interviene padre Giacomo Costa, direttore responsabile della rivista «Aggiornamenti sociali», presidente della Fondazione culturale San Fedele di Milano, vice presidente della Fondazione Carlo Maria Martini di Milano, segretario speciale della XV assemblea ordinaria del Sinodo dei vescovi sui giovani, la fede e il discernimento vocazionale. L’appuntamento è promosso dall’Istituto superiore di Scienze Religiose di Bergamo. Alla vigilia del Sinodo padre Costa aveva sottolineato l’urgenza di riflettere in modo approfondito sul rapporto tra giovani e Chiesa: «Anche Gesù – diceva in questa intervista – a volte è sentito dai giovani come lontano, quasi un supereroe che però non ha molto a che fare con la vita ordinaria. Rischiamo, quindi, che i giovani siano “né con Gesù, né con la Chiesa”… Ma non è un distacco irreversibile: molti giovani continuano a essere portatori di domande e di sensibilità autenticamente spirituali, e non sono pochi quelli che cercano una Chiesa autentica e relazionale, che sia vicina e lasci trasparire nei suoi gesti concreti la speranza di Gesù risorto. La questione investe allora la capacità della Chiesa e dei suoi rappresentanti di presentarsi come interlocutori credibili dei giovani. Molti adulti continuano a fare riferimento in modo più o meno irriflesso ai percorsi e alle situazioni in cui sono cresciuti, dove l’appartenenza era data per scontata o ricevuta dall’alto e comunque un punto di partenza. Oggi questo senso di appartenenza è un punto di arrivo che deve essere costruito e scoperto da ciascuno attraverso un percorso di apprendimento dall’esperienza e non può prescindere da relazioni interpersonali autentiche. In questo senso il “discernimento” – cioè la rilettura di quanto si è vissuto e si sta vivendo per identificare, in dialogo con il Signore, i successivi passi da compiere – può essere d’aiuto. La sfida del Sinodo è stata scoprire all’interno della tradizione spirituale e teologica della Chiesa quelle ricchezze che possano consentirle di sintonizzarsi anche con la mentalità di questa epoca, così da poter continuare a mostrare la rilevanza e la vitalità del messaggio evangelico per ogni generazione». Che cosa fare, dunque per mettersi al passo con i giovani? «Più che invitarli a grandi convegni, raduni e catechesi – suggeriva padre Costa -, è quindi opportuno mettersi concretamente a “fare” delle cose con loro. Infine, come i giovani stessi chiedono ripetutamente, bisogna avere il coraggio di non rifiutare mai il confronto e il dialogo: per i giovani il pluralismo, anche radicale, delle differenze, rappresenta un dato di fatto con cui si confrontano quotidianamente».