I fómne de Srebrénisa. Una storia di dolore e di sangue. Quarta di Quaresima

I fómne de Srebrénisa. Quarta de Quarésma. E’ duro il deserto quaresimale dell’assenza e dell’attesa ma è più dura la desolazione impressa a pietra nel pur dolce sguardo di Hatidza mentre racconta dei suoi uomini, figli, marito, fratelli e cugini dispersi a cercarsi una tomba verde e un nome nel cimitero memoriale di Potocari, poco distante da Srebrenica.

La vergogna di Srebrenica.Era il 9 luglio 1995, l’esercito serbo-bosniaco, guidato dal generale Ratko Mladic, inizia a bombardare la città. I Caschi Blu, obbligati al non-intervento, cercano di convincere la popolazione musulmana ad arrendersi, garantendo un intervento aereo della Nato che non arriverà mai. I serbo-bosniaci, che nel frattempo sono riusciti a farsi consegnare i loro armamenti dai Caschi Blu olandesi che temono una possibile rappresaglia nei loro confronti, entrano in città l’11 luglio a bordo dei blindati bianchi dell’Onu. La popolazione di Srebrenica si accorgerà dell’inganno troppo tardi.

…ol Generàl
l’à scanàt ol sunì
sö la piassa
ol Generàl
ghégna de singiàl
e desmesürada föria….

Le due settimane successive vedono rastrellamenti, uccisioni, stupri e fughe in massa di donne, vecchi e bambini, soprattutto verso Tuzla. Quasi 10.000 uomini dai 12 ai 77 anni vengono fatti prigionieri dalle truppe di Mladic: moriranno tutti. Divisi in gruppi di centinaia vengono trasportati a bordo di camion nei centri vicini (Bratunac, Zvornik, Kravica), dove sono massacrati e sepolti in fosse comuni in gran segreto. La città, ormai svuotata dei propri abitanti, viene così presa d’assalto da famiglie serbo-bosniache, quasi tutte profughi a loro volta, che alterano completamente la cifra etnica della cittadina.

Inizialmente negato dalle autorità serbo-bosniache e jugoslave, ciò che è successo a Srebrenica è il più considerevole massacro della storia europea dalla fine della seconda guerra mondiale. Negli anni successivi alla strage i responsabili del massacro hanno fatto di tutto per nascondere le prove, svuotando molte fosse comuni originarie (primarie) e riseppellendo i cadaveri frazionati in più fosse comuni (secondarie) disseminate in un arco di 50 Km da Srebrenica.

I principali responsabili, Karadzic, Milosevic e il suo generale Ratko Mladic, sono stati condannati definitivamente dal tribunale dell’Aja per il genocidio di Srebrenica e ciò grazie soprattutto al ruolo delle Madri di Srebrenica che in Associazione hanno resistito e lottato per riavere le spoglie dei loro cari e affinché il mondo conoscesse e condannasse questa infamia.

Sono stato a Srebreniza in più occasioni, all’inizio del secolo. E ho ascoltato la storia da Hatidza e dalle altre donne dell’Associazione.

I fómne de Srebrénisa. Per ascoltare  >>

I FÓMNE DE SREBRÉNISA

I è ‘ndàcc de ön’ótra banda
i òm
e i s-cècc
co i camise stósse
de nigra tèra
i parìa cöe sö i càmius
selvagìna
insambelada
’n de laméra.
 
’N del vènt
no i è che pedàgn
sènsa ö fónd de cél
spuse sènsa paìs
màder
ch’i gh’à descüsit
la sira.
 
I spèta
ö sguarsègn
ön avìs
ol biónd d’ö ciöf
che ’nsèra,
col café
i se brüsa
i büse di öcc
e ’n del fa sito
la và ’nnàcc
col sò rumùr
la guèra.

LE DONNE DI SREBRENICA

Sono andati da un’altra parte
gli uomini
e i ragazzi
con le camicie sporche
di nera terra
parevano covoni sui camion
selvaggina
intrappolata
nella lamiera.

Nel vento
non sono che sottane
senza un fondo di cielo
spose senza paese
madri
che han scucita
la sera.

Aspettano
una smorfia
un avviso
il biondo d’un ciuffo
che rinserra,
col caffè
si bruciano
le buche degli occhi
e nel silenzio
va avanti
col suo rumore
la guerra.

 

 

a Hatidza Mehmedovic, Associazione Madri di Srebrenica
da Resistènse di M. Noris Interlinea Edizioni  2016