I candidati sindaci e la mobilità sostenibile: presente e futuro delle biciclette in città

Il tema della mobilità sostenibile è di estrema attualità anche perché strettamente collegato all’inquinamento atmosferico e a tutte le problematiche ad esso correlate che tanto stanno tenendo banco in tutto il mondo. Va da sé che in vista delle elezioni comunali di Bergamo di domenica 26 maggio, i candidati sindaci si stiano sfidando in maniera anche accesa su questo tema. Gli stessi candidati – ad eccezione di quello della Lega Giacomo Stucchi e di quello del Movimento 5 Stelle Nicholas Anesa che ha però inviato un proprio delegato – si sono confrontati in un faccia a faccia sul tema che si è tenuto al BikeFellas di via Gaudenzi grazie ad un’idea di Fiab-Pedalopolis. L’associazione ha voluto tenere alta l’attenzione chiamando proprio a “rapporto” la politica per cercare di capire in quale direzione si stia andando e per “segnare” sul taccuino delle promesse i punti relativi alla mobilità sostenibile presenti nei programmi politici dei candidati. Al tavolo il sindaco attuale Giorgio Gori (Pd), Francesco Macario (Bergamo in Comune) e Alan Vassalli (Movimento 5 Stelle)

Tre domande secche per capire le idee dei candidati

Siete disposti a sacrificare parcheggi auto per far posto alle piste ciclabili ed è una soluzione che può bastare?

Gori: Bergamo è una città con strade strette, perché è una città di provincia e perché ha un’ampia area occupata dal centro storico. Questo rende complicato dare spazio alle piste ciclabili per oggettivi motivi di spazi. In alcune zone si è scelto di destinare una corsia ciclopedonale che preveda dunque una zona protetta in comune per ciclisti e pedoni, ma non è una soluzione che ci piace. Abbiamo scelto di far pagare il suolo pubblico a chi vuole un parcheggio riservato sulla strada e così le richieste sono diminuite. Abbiamo creato corsie preferenziali per mezzi pubblici e abbiamo l’obiettivo dichiarato di ridurre drasticamente il traffico veicolare in città. A oggi sono 60mila i mezzi privati che vi accedono. Per raggiungere l’obiettivo vogliamo potenziare il trasporto su ferro, vogliamo rafforzare il trasporto pubblico urbano e, infine, potenziare i parcheggi di interscambio rendendoli efficaci: ne vogliamo creare 10mila tra Porta Sud, ex Reggiani, ex Ote e area Fervet.

Vassalli: Noi abbiamo un programma ambizioso e più radicale. Noi dobbiamo puntare sul trasporto pubblico, dobbiamo cercare dunque di far restare le auto fuori da Bergamo in modo da sfruttare lo spazio che si crea per dar vita alle piste ciclabili. I parcheggi sono necessari, ma vogliamo che questi restino fuori dalla città. Prendiamo, come esempio, il parcheggio della Fara: siamo contro, perché in Città Alta sarebbe bello arrivarci in bicicletta, senza auto, farebbe bene a tutti, anche da un punto di vista salutare.

Macario: Noi ne facciamo una questione di scala. È un errore creare parcheggi in città, a Bergamo che conta – a nostro modo di vedere – 400mila abitanti considerando tutto il tessuto periferico e dell’hinterland che le ruota attorno. Condividiamo dunque l’idea di potenziare il trasporto su ferro e quello tramite trasporto pubblico urbano per togliere il traffico di mezzi privati in città. Sulle piste ciclabili nello specifico io trovo che siano troppo spezzettate e che i percorsi protetti debbano essere sganciati dalla viabilità ordinaria, le due tratte non devono interferire l’una con l’altra.

 

Problemi tecnici e politici sì, ma forse il problema è culturale. Da questo punto di vista siamo molto indietro, fatichiamo a capire l’importanza di adottare una mobilità sostenibile e ancor di più a rispettare gli utenti deboli della strada: ciclisti e pedoni. Nel vostro programma quanto spazio c’è per l’educazione stradale?
Macario: Il nostro obiettivo è quello di disabituare le famiglie all’idea di avere a disposizione tre o quattro automobili. Non è concepibile. Per farlo, ripeto, bisogna per forza mettere a disposizione dei bergamaschi delle alternative valide, come il trasporto pubblico appunto. Noi possiamo adottare tutte le attività di educazione culturale che vogliamo, ma il problema è di tipo quantitativo, di quante automobili ci sono in città: finché il traffico sarà congestionato non faremo mai un salto di qualità in questo senso. Bisogna dare soluzioni concrete, poi segue l’aspetto culturale.

Vassalli: Noi vogliamo aggredire il tema da due parti diverse: da una parte vogliamo già mettere su strada i bambini per educarli al codice della strada; poi vorremmo incentivare le buone azioni di sicurezza, come può essere l’obbligo di indossare il casco. A livello di interventi sulle strade, vorremmo adottare strumenti come il “cuscino berlinese” che rallenta solo l’automobile e facilità il passaggio dei ciclisti e quello dei mezzi pubblici. Poi vorremmo migliorare gli attraversamenti pedonali, illuminandoli e colorando in modo particolare le strisce pedonali. Ma vorremmo anche creare un registro delle biciclette per arginare il fenomeno dei furti che è un altro grande tema.

Gori: In termini culturali c’è molto lavoro da fare. Pensiamo che sia utile quello che abbiamo fatto in questi anni, come l’introduzione del bike-sharing che serve secondo noi ad allargare la base di consumo della bicicletta. Ne arriveranno tra l’altro di nuove e di migliori grazie al nuovo bando. Poi altre iniziative come Bike-Up, il festival della bicicletta a pedalata assistita che aiuta i meno allenati. Queste azioni porta fuori dalla nicchia di bicicletta ed è positivo. Non vogliamo, al contrario, fare terrorismo, facendo vedere quante persone vengono investite in bicicletta perché a nostro modo di vedere sarebbe controproducente. Vogliamo piuttosto collaborare con le associazioni che tutelano i ciclisti per avviare corsi di educazione al rispetto dei ciclisti. In ultimo, i furti. Abbiamo dato il via libera al progetto VeloStazione che troverà spazio alla stazione e fungerà da parcheggio tutelato per le biciclette.

Il rischio in questi casi è quello di spendere belle parole, ma di faticare a metterle in atto. Sia per mancanza di accordi che di mancanza di denaro. Nei vostri programmi sono previsti finanziamenti mirati per la mobilità sostenibile?

Vassalli: Noi sì, vogliamo fare subito un investimento. Bisogna tenere però in considerazione che per quest’anno i soldi sono già stati utilizzati dall’amministrazione in carica, per cui per i sei mesi restanti del 2019 non potremo fare nulla. Dal prossimo bilancio, se dovessimo farlo noi, riserveremo risorse per questi progetti.

Gori: Noi abbiamo tenuto da subito 500mila euro l’anno. Quest’estate apriremo il cantiere per realizzare il tratto di via Moroni fino a Grumello e poi per i prossimi anni la riqualificazione del tratto Curno-Bergamo-Seriate e un progressivo completamento della rete come previsto dal Biciplan. Nel capitolo di investimenti metto anche i soldi che Atb ha messo per la realizzazione della linea elettrica. Un’operazione costata 7 milioni di euro; noi prevediamo un’altra linea e entro il 2025 i mezzi pubblici saranno tutti a bassa emissione. I parcheggi di interscambio stessi non li regala nessuno, in qualche modo bisogna trovare i fondi per realizzarli.

Macario: Condivido le idee degli altri due candidati. Secondo me però, in aggiunta, gli utenti vanno coinvolti nelle scelte. Credo che il bilancio partecipativo sia efficace, credo che si possano mettere a disposizione dei fondi, ma che spetti anche ai cittadini decidere come e dove investirli e in quali proporzioni.