Le domande dei giovani ai candidati sindaci di Bergamo: l’attenzione alle periferie e all’inclusione sociale

Candidati a confronto alla Casa del Giovane: auditorium gremito per ascoltare le idee di città di Giorgio Gori, Giacomo Stucchi, Nicholas Anesa e Francesco Macario. Nella serata di ieri si è tenuto il confronto tra i candidati sindaci di Bergamo, organizzato da 7 associazioni bergamasche: Acli, Mutuo Soccorso, Libera, Caritas, Consorzio Ribes, Scuola di politica We Care e Ufficio della Pastorale Sociale e del Lavoro della Diocesi di Bergamo. Ad introdurre l’incontro Daniele Rocchetti, presidente delle Acli di Bergamo: “Questo incontro è stato organizzato da associazioni laiche e di credenti, accomunate dalla passione per la città: per questo vogliamo esprimervi la nostra gratitudine per aver deciso di impegnarvi in prima persona in tempi in cui la politica è spesso guardata con sospetto. Per noi è la forma più alta di carità e vogliamo farvi un augurio: siate uomini capaci di pensare e di agire, di governare il cambiamento. Noi che lavoriamo per tessere legami sociali siamo convinti che una città la si comprenda se si prendono in considerazione quanti vivono ai margini e fanno più fatica”. A turno giovani rappresentanti di queste realtà associative hanno posto ai candidati domande su temi fondamentali per la Bergamo del futuro: periferie e inclusione sociale, povertà, accoglienza, contrasto alla mafia e alla criminalità organizzata, disabili, ambiente e giovani. Tra i temi più divisivi proprio quello dell’accoglienza e dell’integrazione. “Se si parla di integrazione di soggetti presenti in modo regolare, per me hanno pari diritti e doveri come i cittadini italiani- ha sottolineato Giacomo Stucchi, candidato del centrodestra – lo stesso vale per i rifugiati, ma se si parla di richiedenti asilo che in realtà sono migranti economici deve essere applicata la normativa in vigore. E’ sbagliato parlare di accoglienza passiva e non è nemmeno corretto eticamente: non si può accogliere qualcuno senza garantirgli un tetto sopra la testa. Ci sono dei limiti, non dettati dall’egoismo, che sono oggettivi”. Per l’attuale primo cittadino Giorgio Gori, candidato del centrosinistra, “il tema si declina con percorsi di buona integrazione. La favola dei rimpatri di massa ha dimostrato tutta la sua inconsistenza, occorre lavorare su due piani: da un lato accoglienza dei flussi, rispetto alla quale abbiamo lavorato molto bene con la cooperativa Ruah, dall’altro con progetti come l’Accademia dell’Integrazione, che vede coinvolti 35 richiedenti asilo per costruire percorsi di integrazione positiva. Non c’è alcun problema di invasione, occorre puntare su formazione e integrazione”. Macario (lista “Bergamo in Comune”) invece ha ritenuto “curioso il ragionamento secondo cui i migranti economici non possono venire qui. Chi sostiene le leggi liberiste è favorevole alla libera circolazione delle merci, ma l’unica merce che non può circolare liberamente è la forza-lavoro, ossia le persone. Occorre quindi proseguire nell’inclusione, gli SPRAR comunali vanno attivati e sostenuti”. Infine, Anesa (Movimento 5 Stelle) ha sottolineato: “serve un dialogo serio tramite mediatori culturali, per aiutare queste persone ad integrarsi. Aiutiamoli a trovare uno spazio, a livello di territorio bergamasco possiamo fare ancora di più”.