Gesù Risorto “invita i suoi a non vivere con ansia il presente, ma a fare alleanza con il tempo, a saper attendere il dipanarsi di una storia sacra che non si è interrotta ma che avanza, va sempre avanti, a saper attendere i ‘passi’ di Dio, che è Signore del tempo e dello spazio”. Così il Papa ha commentato, nella catechesi dell’udienza di oggi, il passo degli Atti degli Apostoli in cui Gesù risponde ai suoi: “Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra”. “Il Risorto invita i suoi a non ‘fabbricare’ da sé la missione, ma ad attendere che sia il Padre a dinamizzare i loro cuori con il suo Spirito, per potersi coinvolgere in una testimonianza missionaria capace di irradiarsi da Gerusalemme alla Samaria e di travalicare i confini di Israele per raggiungere le periferie del mondo”, ha fatto notare Francesco, che a proposito della “attesa” degli apostoli nella sala superiore o cenacolo, “le cui pareti sono ancora testimoni del dono con cui Gesù si è consegnato ai suoi nell’Eucaristia”, ha commentato: “Come attendono la forza, la dýnamis di Dio? Pregando con perseveranza, come se non fossero in tanti ma uno solo. Pregando in unità e con perseveranza”. “È con la preghiera che si vince la solitudine, la tentazione, il sospetto e si apre il cuore alla comunione”, ha assicurato il Papa, secondo il quale “la presenza delle donne e di Maria, la madre di Gesù, intensifica questa esperienza: esse hanno imparato per prime dal Maestro a testimoniare la fedeltà dell’amore e la forza della comunione che vince ogni timore”. “Chiediamo anche noi al Signore la pazienza di attendere i suoi passi, di non voler ‘fabbricare’ noi la sua opera e di rimanere docili pregando, invocando lo Spirito e coltivando l’arte della comunione ecclesiale”, l’appello finale.

“Quando lo Spirito visita la parola umana essa diventa dinamica, come ‘dinamite’, capace cioè di accendere i cuori e di far saltare schemi, resistenze e muri di divisione, aprendo vie nuove e dilatando i confini del popolo di Dio”. Ne è convinto il Papa, che con queste parole ha anticipato il “percorso” contenuto nel prossimo ciclo di catechesi, inaugurato oggi, sul Libro degli atti degli Apostoli, scritto da San Luca, che “ci parla del viaggio del Vangelo nel mondo e ci mostra il meraviglioso connubio tra la Parola di Dio e lo Spirito Santo che inaugura il tempo dell’evangelizzazione”. “I protagonisti degli Atti sono proprio una ‘coppia’ vivace ed efficace: la Parola e lo Spirito Santo”, ha esordito Francesco: “La Parola di Dio corre, è dinamica, irriga ogni terreno su cui cade”. “San Luca ci dice che la parola umana diventa efficace non grazie alla retorica, che è l’arte del bel parlare, ma grazie allo Spirito Santo, che è la dýnamis di Dio, la dinamica di Dio, la sua forza, che ha il potere di purificare la parola, di renderla apportatrice di vita”, ha spiegato Francesco. “Per esempio – ha aggiunto a braccio – nella Bibbia ci sono storie, parole, umane: ma qual è la differenza tra la Bibbia e un  libro di storia? Che le parole della Bibbia sono prese dallo Spirito Santo, che dà una cosa molto grande, diversa: fa sì che quella parola sia seme di vita, sia efficace”. “Colui che dà sonorità vibrante e incisività alla nostra parola umana così fragile, capace persino di mentire e di sottrarsi alle proprie responsabilità, è solo lo Spirito Santo, per mezzo del quale il Figlio di Dio è stato generato”, il monito del Papa: “Lo Spirito che lo ha unto e sostenuto nella missione; lo Spirito grazie al quale ha scelto i suoi apostoli e che ha garantito al loro annuncio la perseveranza e la fecondità, come le garantisce oggi anche al nostro annunzio”.