#Oratiracconto attraversa la città: tre Cre, ma un’unica bella storia da scrivere

Una bella storia si può scrivere in tanti modi. Ci si può armare di colla vinilica, pennelli e tanta pazienza per realizzare un burattino speciale oppure si può intonare una canzone da cantare tutti insieme o si può iniziare da “C’era una volta un oratorio e tanti bambini desiderosi di colorarlo con la loro voglia di stare insieme e divertirsi”. I Cre sono iniziati nella maggior parte degli oratori, qualcuno comincerà presto, ma hanno tutti una caratteristica in comune: il sorriso dei bambini desiderosi di stare insieme. Per riassumere il Cre in una sola parola, i protagonisti si sono sbizzarriti passando da “creativo” a “libero” fino a raccontare di come l’oratorio sia un luogo dove trovare tanti amici. Quale modo migliore per scrivere una bella storia?


 

Un sinonimo di vocazione

Gli ingredienti principali ci sono, ora serve solo mettere a fuoco il tema: la vocazione. Può sembrare un tema tosto, ma lo si può trovare nei piccoli gesti tutti i giorni. “Un sinonimo di vocazione è mettersi in gioco – spiega Carlo, un animatore dell’oratorio dell’Immacolata di Bergamo -. La vocazione è una chiamata e tutti al Cre siamo chiamati a fare la nostra parte”. Ci si mette in gioco per divertirsi e far divertire come suggeriscono gli animatori dell’oratorio di Campagnola sottolineando lo spirito di servizio dell’animatore e l’intento di far sì che nessuno si senta escluso.

“Per noi la vocazione è crescita – raccontano Giulia e Luca, animatori dell’oratorio di Monterosso -. Soprattutto per gli animatori è un’occasione importante per lavorare in gruppo. Si porta avanti un progetto insieme e si cresce anche relazionando con gli altri” e nella realtà di Monterosso i legami sono la parte fondamentale del Cre. “Il nostro motto – proseguono Giulia e Luca – è ‘Tutto è storia, ma non troppo seriamente’. Qui si intrecciano tante storie tutte diverse e ci piace vivere con il sorriso ogni momento”. Alla base di un buon legame, c’è la fiducia, un altro sinonimo che gli animatori hanno associato alla vocazione che prende forma nei Cre tramite dei semplici gesti.

Una bella storia da scrivere

Un tema importante che si scopre essere insito nella quotidianità. “La vocazione si racconta raccontando una bella storia – spiega don Nicola Brevi dell’oratorio dell’Immacolata -. Si crea un ambiente buono, sereno e cristiano in cui tutti possano incontrare Cristo”. È una bella storia che non rimane fine a sé stessa, ma esce da confini degli oratori come racconta don Andrea Mazzoleni dell’oratorio di Monterosso: “La bella storia arriva da Dio che ci interpella tutti. Nella nostra realtà ci sono tante storie diverse che si intrecciano tra loro e con quella di Dio che è padre di tutti. Per conoscere meglio anche ciò che ci circonda abbiamo organizzato dei laboratori sul territorio in cui si incontrano generazioni e realtà diverse”.

Il Cre stesso può essere una chiamata. “Durante il Cre – sottolinea don Enrico D’Ambrosio dell’oratorio di Campagnola – si è chiamati a prendersi cura della comunità. Questa occasione aiuta tutti a mettersi in gioco e a rigenerarsi, fa scendere in campo i talenti di ciascuno e fa incontrare le generazioni. La vocazione è la volontà di non essere dei burattini, ma di essere protagonisti della propria vita”.