Vivere insieme aiuta a superare fragilità e barriere. Nuove esperienze a Bergamo

Persone giovani e anziane, disabili e “normodotati”: crescono le esperienze di coabitazione che seguono il filo rosso della solidarietà e dell’aiuto reciproco, condividendo fragilità e risorse in modo virtuoso. Sono diverse anche a Bergamo le realtà che negli ultimi anni hanno avviato sperimentazioni di questo tipo, con soluzioni che appaiono più “familiari”, personalizzate e a misura d’uomo rispetto a strutture più grandi.  Per esempio Anffas (Associazione di Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), cooperativa sociale Namasté, Consorzio Cascina di Villa d’Almé. Questi tre soggetti insieme hanno promosso l’avvio di esperienze di coabitazione in due appartamenti in città per persone con disabilità e non solo. Gli appartamenti sono un progetto di Anffas Bergamo, che si avvale dell’esperienza educativa di Namasté cooperativa sociale e Consorzio La Cascina con la collaborazione di Consorzio Ribes: l’iniziativa ha ricevuto il contributo del Fondo Sociale della Regione Lombardia (D.G.R. n. 4531 del 10 dicembre 2015) tramite Ats Bergamo ed ha avuto il sostegno di Fondazione della Comunità Bergamasca. In questi alloggi da poco più di un anno si è instaurata una residenzialità condivisa tra persone che hanno storie diverse ma sono accomunate dallo stesso bisogno di “trovare casa” e fare un’esperienza significativa nel proprio percorso di vita o di crescita. In via Vespucci, nel quartiere della Celadina, l’appartamento di Anffas ospita due studentesse universitarie e due ragazze con disabilità, tutte alla loro prima esperienza di vita “fuori casa”. Le quattro ragazze vivono da coinquiline, ognuna impegnata nella propria vita quotidiana (studio, lavoro, interessi…), condividendo i momenti di vita in comune e la cura dell’appartamento come la propria casa. Inoltre, nei fine settimana, possono ospitare altre due persone che hanno necessità di sperimentarsi nella vita autonoma, senza il supporto di genitori o parenti. L’appartamento di via Vespucci ospita 4 persone, di cui due giovani e due con disabilità, i progetti prevedono un periodo minimo di 6 mesi e uno massimo di 36 mesi. Non si tratta di un servizio per persone con disabilità, ma di una vera e propria convivenza, che è la base che permette di fare un incontro vero. Si tratta di un’esperienza di passaggio, in cui le persone coinvolte possano costruire le regole di convivenza, bilanciando opportunità e responsabilità.  L’appartamento di via Pinetti, alla Conca Fiorita, è nato, invece, dall’iniziativa di una famiglia che ha messo a disposizione la propria casa, non solo per il congiunto con disabilità, ma anche per altre tre persone, realizzando di fatto il “Dopo di Noi” ormai diventato legge. I quattro abitanti vivono in autonomia, anch’essi da coinquilini. Ovviamente, per entrambi gli appartamenti, è garantito il supporto educativo degli operatori di Namasté e La Cascina. L’obiettivo è creare sempre più relazioni intorno a questi progetti con il territorio, con le società sportive, con il mondo del lavoro, con le parrocchie e gli oratori. Nella zona di Grumello è stato avviato un progetto con il coinvolgimento dell’oratorio e della parrocchia, in cui in un appartamento vivono 4 persone di cui una con disabilità. Sono proprio questi i progetti che nascono sul territorio e a cui guardiamo con attenzione”.