Maria, 22 anni, volontaria dell’Operazione Mato Grosso: “Lavorare per i poveri aiuta a crescere”

Il volontariato è nel suo DNA. «Faccio parte dell’Operazione Mato Grosso (OMG) da cinque anni anche se questa realtà è sempre stata nella mia famiglia: i miei genitori si sono conosciuti ai campi di lavoro, si sono sposati e quando io e mio fratello eravamo piccoli siamo partiti per il Perù dove hanno cercato di mettersi a disposizione dei più poveri». A raccontarsi è Maria Invernizzi, 22 anni, di Berbenno, studentessa, ormai vicina alla laurea triennale, alla facoltà di scienze infermieristiche.

Sorride quando racconta i sogni di una vita futura e le sorridono pure gli occhi quando spiega la sua attività di volontariato. «L’OMG è un movimento di ragazzi dai 15 ai 25 anni che, attraverso il lavoro raccoglie fondi per le missioni dell’America Latina, dove tanti volontari, dopo anni di lavoro in Italia, decidono di andare a vivere regalando tutto il loro tempo per i poveri. A Bergamo siamo circa otto gruppi di ragazzi che, divisi per zone, si trovano circa due volte a settimana a lavorare nel proprio paese. Mi viene da dire che attraverso il gruppo aiuto i poveri, ma cresco anche io: è una possibilità di confronto, crescita, condivisione, sforzo di essere sinceri, di cercare un’amicizia pulita che ci aiuti a camminare».

Entrare nell’OMG per Maria è stato “naturale”, per via dei genitori attivi nel movimento sin da giovani, ma la volontaria spiega che chiunque può dare una mano. «Siamo in tutte le zone della provincia, non c’è bisogno di incontri o preparazioni, ma condividiamo solo il desiderio di provare a vivere una vita buona, aiutando chi ha bisogno e provando a essere attenti agli altri».

L’OMG è presente in tutta Italia e l’estate è anche l’occasione, attraverso i campi di lavoro, di fare amicizie fra i vari gruppi. I campi sono proposti da un gruppo in particolare che organizza lavori per circa cento persone per una settimana. «La giornata tipo è semplice: si lavora.  Ci si sveglia la mattina, si fa colazione e si parte per il lavoro che può variare dalla tinteggiatura delle ringhiere, agli sgomberi, alle imbiancature, alla sistemazione di giardini e altre avventure particolari come la raccolta di arance e olive o l’apertura di rifugi in montagna. Si pranza tutti insieme e dopo la cena condividiamo un momento di riflessione in cui ci si racconta cosa si sta vivendo, cosa ci spinge a far parte dell’OMG, i desideri che abbiamo e si ascolta chi torna dalla missione. È un cammino…».

Tra le innumerevoli vie che una ragazza di ventidue anni può percorrere, Maria ha scelto quella del volontariato e, dall’entusiasmo che trasmette, questa per lei è quella giusta. «Ricordo con affetto l’apertura di un rifugio in Val Formazza, a fine maggio dello scorso anno: abbiamo spalato neve per giorni per riuscire a riavviare l’impianto skilift e liberare il rifugio dalla neve. Bellissimo!»

Anche quest’estate ci saranno i campi in tutta Italia e la studentessa parteciperà “solo” a quello in Piemonte per la costruzione di un rifugio perché «purtroppo», dice lei, deve scrivere la tesi. «Mi piace pensare alla mia estate come un’opportunità per conoscere altri giovani e lavorare insieme e lo consiglio a tutti coloro che vogliono vivere un’esperienza semplice, intensa e in compagnia».