Festa animatori tra balli e riflessioni: chi sono gli adolescenti del Cre?

Un grande classico che non può mai mancare a un Cregrest è la festa animatori. Dedicata agli adolescenti che si spendono per i bambini e i ragazzi delle loro comunità, la festa animatori ha come punto di ritrovo l’Acquasplash di Franciacorta e come fulcro il divertimento. Una serata in piscina tra tuffi e balli, ma anche qualche confronto tra don ed educatori seduti insieme allo stesso tavolo con la possibilità di fare due chiacchiera durante la cena.

Quando si pensa a un Cre, il pensiero va inevitabile agli adolescenti che lo mettono in moto e che sono la colonna portante di questo mese dedicato ai più piccoli della comunità. Durante l’estate, i don e gli educatori hanno la possibilità di scoprire i ragazzi sotto una luce nuova. “Sono tornato a fare il Cre dopo nove anni in cui ho fatto solamente il parroco -racconta don Stefano Piazzalunga, parroco dell’unità pastorale Verdellino-Zingonia-. È stata un’esperienza abbastanza nuova. Gli adolescenti che incontri al Cre sono diversi e sono molti di più rispetto a quelli che incontri durante l’anno. Mi ha stupito vederli mettersi in gioco e vedere che anche ragazzi di diverse etnie hanno vissuto la comunità. La speranza è che tramite l’aggregazione possano ricevere uno stile dello stare insieme, un’attenzione verso i più piccoli che possa arricchirli”.

Gli adolescenti a un Cre non possono mancare. Loro sono la forza che porta avanti il tutto, ma ciò non vuol dire che ci si dimentichi dei loro bisogni. “Il Cre lo si fa più per gli animatori che per i bambini -spiega don Alberto Brignoli, parroco di Bolgare-. Partecipare al Cre come animatore, educatore e responsabile tira fuori le potenzialità di ciascun ragazzo e ne esprime anche i limiti in senso buono. Si può scoprire ciò in cui un ragazzo è più portato o meno. Il Cre è il microcosmo di ciò che è l’oratorio durante l’anno e ti permette di comprendere quali ricchezze ci siano nel cuore dei ragazzi”.

Il Cre è un’occasione di cura nei confronti della comunità grazie alla quale si creano dei legami tra le varie generazioni partecipanti. “Gli adolescenti sono l’espressione di una comunità che costruisce qualcosa insieme -spiega Francesco Ferrari, educatore dell’oratorio di Gazzaniga-. È un ponte tra generazioni e l’oratorio è anche questo. Spendendosi per gli altri si riesce a trasmettere la fede e molti altri insegnamenti positivi”.

Non solo gli adolescenti si mettono in gioco. Anche don e coordinatori possono imparare qualcosa stando accanto a loro ragazzi. “Gli animatori sono fondamentali al Cre -prosegue don Alberto-. È importante avere un buon gruppo per far sì che tutti si mettano al servizio con gioia ed entusiasmo, caratteristiche che sono in grado di coinvolgere bambini e ragazzi”. “Mi ha stupito che chi si mette in gioco con i ragazzi, si diverta anche più di loro -prosegue Francesco-. Così riesci a fare bene il tuo mestiere e a realizzare la tua vocazione”.

L’esperienza del Cre non fa crescere solo i bambini, ma anche gli adolescenti. “I ragazzi hanno bisogno di sentire che stanno facendo un’esperienza in cui sono utili, nella quale mettere in gioco liberamente le loro qualità e sperimentarsi -dice don Matteo Cella, curato dell’oratorio di Nembro-. Inoltre, servono qualcuno e il loro contributo è una cosa seria“.

“Ciò che chiedono a noi è, da un lato, dar loro fiducia mentre dall’altro di non essere lasciati soli. Gli adolescenti cercano un’esperienza di gruppo forte come la si può sperimentare rare volte durante l’anno. L’amicizia, la collaborazione e il senso di gruppo che si sviluppano al Cre sono delle caratteristiche abbastanza rare. Significa avere la possibilità di vivere in un contesto serio e limpido in cui ciascuno si gioca per ciò che è e non si maschera. L’adolescente si sente apprezzato per ciò che di positivo può dare”.

Nel suo ruolo di animatore, il ragazzo si scopre e riscopre con le qualità che ha e che in un Cre non possono mancare. “Un adolescente al Cre sperimenta la curiosità -prosegue don Matteo-. Si sperimenta in un’esperienza nuova ed entra in ruolo che man mano fa suo. La seconda qualità che i ragazzi sanno costruire è il senso di responsabilità. Questo è un argomento molto delicato per la loro età, ma se ben seguiti sanno stupire per il senso di responsabilità che dimostrano. È importante avere un contesto che li sostenga e li guidi tra gli alti e i bassi dell’adolescenza”.

 

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