Ebola: la denuncia dell’Unicef, “in un anno morti oltre 700 bambini nella R.D.Congo, il 57% sotto i 5 anni”

Ebola: Unicef, “in un anno morti oltre 700 bambini nella R.D.Congo, il 57% sotto i 5 anni. Un dato senza precedenti”. “Domani si ricorderà un anno dall’inizio dell’epidemia di ebola in Repubblica Democratica del Congo: è un campanello d’allarme, non deve esserci un secondo anno”. Lo ha affermato ieri Jerome Pfaffmann, senior health specialist dell’Unicef al press briefing al Palazzo delle Nazioni a Ginevra. Al 28 luglio c’erano 2.671 casi confermati, fra cui oltre 700 bambini, più della metà dei quali (57%) sotto i 5 anni. “Una percentuale così alta di bambini colpiti durante un’epidemia di ebola è senza precedenti”, ha denunciato Pfaffmann. “Il giorno in cui ho lasciato la Repubblica Democratica del Congo – racconta -, sono stati segnalati altri 12 nuovi casi confermati. 5 erano vivi e hanno potuto accedere alle cure, ma 7 sono morti nella comunità. Così non va bene. Avere questo numero di morti nelle comunità significa che non siamo più avanti rispetto all’epidemia”. “Non possiamo sconfiggere questa epidemia se le comunità non vengono interamente mobilitate – ha proseguito -. Sono coloro maggiormente capaci di fare ciò che è importante per contenere l’epidemia”. A Kivu Nord e Ituri si sta affrontando un’emergenza di salute pubblica e una crisi umanitaria, per cui la risposta all’ebola è molto più complessa. L’Unicef, ha concluso, “dovrà triplicare il suo appello per rispondere a questa crisi complessa, con circa 70 milioni di dollari per le attività di controllo delle epidemie, 30 milioni di dollari per costruire le capacità delle comunità nelle aree a rischio, e altri 70 milioni di dollari per portare servizi essenziali. I colleghi e le comunità stanno combattendo contro l’epidemia senza tregua, ma abbiamo enormemente bisogno del sostegno della comunità internazionale”.
L’Organizzazione mondiale della sanità l’ha dichiarata un’emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale. Con più di 2.500 casi conclamati e 1.668 morti confermati nella regione del Nord Kivu, quella che è attualmente in corso nella Repubblica democratica del Congo è la seconda epidemia di ebola della storia. Avsi è presente nel Nord Kivu – e in particolare a Beni e Butembo – con progetti di prevenzione e supporto psicosociale. “Grazie ai fondi di Unicef e dal Fondo umanitario – spiega Nicolò Carcano, rappresentante di Avsi nella Repubblica democratica del Congo – stiamo lavorando nelle scuole. Formiamo gli insegnanti e il personale del provveditorato su come si trasmette il virus e che precauzioni prendere per evitare i contagi. Inoltre diamo supporto socio-psicologico ai parenti delle vittime, in particolare ai bambini rimasti soli e a rischio stigmatizzazione. Siamo di fronte alla seconda epidemia di ebola della storia e la prima in una zona di guerra e di fortissimo traffico transfrontaliero”. Carcano sottolinea come non sia facile intervenire in queste aree, “perché le persone hanno perso la fiducia in interventi che non sempre hanno rispettato i valori della tradizione locale e per la presenza di tensioni e conflitti tra milizie armate”. “Ma noi ci siamo”, aggiunge.